A Francavilla Fontana primo registro in Puglia del testamento biologico

VALERIA CORDELLA ARCANGELI

biotestamentoBRINDISI – Puglia coraggiosa. Da Francavilla Fontana, comune del Brindisino, una lezione di civiltà: il Consiglio comunale ha deciso l’istituzione del registro del testamento biologico, su proposta dei radicali della Cellula Coscioni guidati da Sergio Tatarano. Un impegno forte, trasversale, seguito ad un confronto acceso in difesa delle direttive anticipate di fine vita. Non la semplice presa d’atto di una raccolta di firme. Ma la possibilità di sottoscrivere le proprie volontà anticipate di trattamento medico.

Sono una settantina in tutta la Penisola i comuni che hanno dato vita al registro. In Puglia il primato spetta alla Città degli Imperiali. Sotto la guida di un sindaco che è anche medico anestesista, Vincenzo Della Corte, ieri il consiglio comunale ha detto "sì" al riconoscimento del libero consenso. Presto sarà possibile depositare in comune il proprio testamento senza ricorrere ad un notaio e a spese zero.

Mobilitazione anche a Maglie. Nel comune del Leccese è in atto una campagna di sensibilizzazione e una raccolta di firme sul tema di cui la vicenda di Eluana Englaro rappresenta il caso emblematico. Il testamento biologico è il consenso o dissenso ad alcune terapie mediche, espresso prima che le stesse vengano poste in essere, nell’eventualità che la persona che lo redige si trovi in futuro in condizioni tali da non essere più in grado di prestarlo personalmente. Il diritto all’autodeterminazione é sancito dalla Costituzione italiana, ma il documento non è vincolante per il medico. Non lo obbliga al rispetto della volontà del paziente. Non è legge e, perciò, non ha validità giuridica.

In buona sostanza, allo stato, il testamento biologico non esiste. Esiste però grande attenzione testimoniata da una mappa (su internet) che segnala petizioni, raccolta firme per referendum comunali, delibere di iniziativa popolare ed altro.

Solo pochi mesi fa, nel Brindisino, il caso è stato portato alla ribalta nazionale da Mirna la donna malata di Sla (sclerosi laterale amiotrofica) che chiedeva di morire. Un tema delicato, molto dibattuto per le implicazioni anche di carattere religioso. Che ha creato lacerazioni profonde.

«Non si possono accettare leggi con le quali viene riconosciuta piena legittimità a comportamenti contrari alla vita», sosteneva qualche mese fa il segretario di Stato Tarcisio Bertone in un’omelia rivolta ai medici cattolici. Ma anche nel mondo cattolico la contrapposizione è forte: il senatore Ignazio Marino (Pd), chirurgo e autore di un disegno di legge, esprime infatti, da anni, ben altro punto di vista chiedendo il rispetto del «diritto di ognuno a scegliere a quali trattamenti essere sottoposto». E sulla nutrizione artificiale sostiene che, secondo la scienza, «l’alimentazione artificiale è una cura, prescritta da un medico, consistente in un composto chimico prodotto da una casa farmaceutica». 

© 2010 Associazione Luca Coscioni. Tutti i diritti riservati