L’azione del consiglio comunale vuole essere da stimolo a chi, in parlamento, ha il compito di legiferare su un tema che oggi, ad un anno dalla morte di Eluana Englaro, torna di attualità. Ottaviano è il secondo comune in Campania a legiferare sul Testamento Biologico. La volontà di garantire ai cittadini un servizio a tutela e loro dignità, anche in relazione alla fine della vita hanno spinto il consiglio comunale a esprimere parere favorevole su questa tematica. In questa ottica, abbiamo incontrato il consigliere comunale della maggioranza, Rosa Maria Ragosta, nonché presidente della commissione affari generali che ha proposto questa normativa su questa materia etica così importante. Ottaviano, dopo Quarto è il secondo comune in Campania a legiferare in materia di Testamento Biologico.
Quali sono state le motivazioni, che hanno spinto la commissione affari generali, da Lei presieduta, a proporre una regolamentazione su questo problema così attuale quanto delicato?
“Ottaviano si adegua con grande anticipo rispetto alla legislazione del governo centrale nazionale che è in itinere in parlamento. Prima di tutto per risolvere e rispondere a delle esigenze pratiche e sociali in merito a chi voglia anticipatamente dichiarare i trattamenti sanitari cui essere o meno sottoposti in caso di perdita di coscienza irreversibile e permanente ma ha uno scopo principale: quello di sollevare un dibattito parlamentare che ad oggi si sta svolgendo su una proposta di legge che trascende le finalità pratiche del testamento biologico. Una proposta di legge dove non si parla di dichiarazioni di volontà, ma si parla solamente di un orientamento che il paziente potrebbe esprimere e che può o non può essere tenuto conto dal medico curante. Quindi, l’obiettivo del regolamento è quello di rendere propulsivo il dibattito parlamentare ed è per questo che il regolamento viene approvato prima della legge stessa. L’approvazione del registro regolamentativo sul testamento biologico non vuole essere un atto di liberalità o discrezionalità, ma vuole essere un atto di sollecito”.
Com’è nato e quali sono le premesse primordiali del regolamento sul testamento?
“Questo regolamento,che è stato portato in consiglio comunale, è il frutto del lavoro congiunto di tutta la commissione affari generali, da me presieduta, e costituita dai consiglieri della maggioranza Vincenzo Prisco, Gaetano Cutolo, e lo stesso consigliere della minoranza Ciro Esposito, che non si è mai opposto a questa nostra proposta. Più che un atto politico, è un atto di rilevanza sociale, è un atto che è stato approvato,a mio avviso,senza un coinvolgimento di tipo ideologico – politico,ma prettamente personale. Quindi chiunque si sente di appartenere a questo indirizzo pratico,e a rispondere a questa esigenza, ha il dovere di sollevare questo dibattito, renderlo più attento alle esigenze del testamento”.
Ci può parlare della figura del fiduciario?
“Il fiduciario, nel nostro regolamento, è colui che esegue le volontà del testatore. Nel testo che è alla camera, invece, la figura del fiduciario è depauperata totalmente perché, prevedendo che il testatore possa esprimere solo un orientamento non una dichiarazione di volontà, l’orientamento fa in modo che il fiduciario non abbia quella prepotenza giuridica di poter affermare le sue volontà affinché siano eseguite. La funzione del fiduciario è subordinata a quella del medico, nel disegno di legge Calabrò, in esame al Parlamento”.
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