La somministrazione di farmaci per alleviare le sofferenze diventa diritto

Marco Dell’Olmo

terapia farmacologica ROMA. Più facile accedere ai farmaci contro il dolore severo, grazie al legge che il Senato ha approvato ieri all’unanimità e che ora va alla Camera per il sì definitivo.  Durante  l’esame in aula sono state però introdotte  alcune modifiche che renderanno necessario un nuovo passaggio a Montecitorio : tra queste l’obbligo  per i medici di monitorare il dolore di ogni paziente ricoverato e di annotare i risultati nella cartella clinica. Accolto anche un ordine del giorno che apre alla possibilità  di produrre in Italia farmaci a  base di cannabis (marijuana).

 

Con le nuove  regole, le cure palliative, quelle destinate ai malati terminali per alleviare il dolore, diventano  un diritto per tutti e la prescrizione di farmaci antidolore (a base  di oppiacei e cannabinoidi) diventa meno macchinosa: il medico non avrà più bisogno, come oggi, di un ricettario speciale;  l’unico  vincolo è che il farmacista dovrà conservare  l’originale o una fotocopia  della ricetta.

Sulle modalità di prescrizione, però, si sono sollevate le critiche dell’opposizione, a partire da  quelle mosse dal presidente della Commissione  d’inchiesta sul Servizio sanitario nazionale, Ignazio Marino, del Pd. Il testo licenziato da PaIazzo Madama, infatti, è più restrittivo rispetto a quello che ha ottenuto il via libera della Camera, che prevedeva per questi farmaci la possibilità di prescrizione anche attraverso la sola ricetta bianca. Il provvedimento approvato dal Senato prevede invece che i farmaci antidolore vengano prescritti anche mediante ricettario rosso quello, per intenderci in uso anche presso i medici di famiglia. Ma riconosce questa possibilità ai soli medici dipendenti del Ssn. «Un oncologo di fama internazionale  come Umberto Veronesi,  per esempio – sintetizza Marino – non potrà prescrivere sul suo ricettario  10 milligrammi di morfina  per il suo paziente perché non possiede il ricettario del Servizio sanitario nazionale».  

Per quanto riguarda le strutture operative, è prevista una rete territoriale di strutture sanitarie specializzate nelle cure palliative e  una rete analoga per la terapia del  dolore. Sono «cure palliative» l’insieme degli interventi finalizzati al  benessere dei malati terminali,  per i quali le cure non servono più  ai fini della guarigione. Le «terapie  del dolore» sono invece quelle applicate alle «forme morbose croniche» e servono al controllo del dolore.  

Con la modifica introdotta in  Senato, ogni ricoverato dovrà essere monitorato dai medici che lo  hanno in cura anche sotto l’aspetto del dolore. Un obbligo che oggi  esiste solo per i malati terminali e  che ora si estende a tutti i pazienti,  indipendentemente dalla patologia per la quale vengono ricoverati. Le osservazioni dovranno essere annotate sulla cartella clinica.  

Le tariffe delle cure palliative  nelle strutture pubbliche e convenzionate, che oggi variano molto da regione a regione, dovranno essere omogenee su tutto il territorio nazionale.  

Non è entrato nel disegno di  legge, ma il governo ha accolto un  ordine del giorno della  radicale Donatella Poretti che chiedeva di  sbloccare la produzione  in Italia di cannabis per  uso farmacologico. Nel  nostro paese e infatti  possibile prescrivere e  vendere antidolorifici  contenenti derivati del  la cannabis, ma non produrli direttamente.  

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