Parla italiano la ricerca negli Stati Uniti

 Sarà italiana la prima banca in cui anche negli Stati Uniti si potrà conservare il  liquido amniotico prelevato durante le  amniocentesi.

La Biocell, una società di  biotecnologie di Busto Arsizio, in provincia  di Varese, ha infatti inaugurato  oggi a Medford, nei sobborghi di Boston  il suo secondo centro per la crioconservazione di cellule staminali amniotiche.  Il primo è quello che è già  stato realizzato presso la sede della  società. Si tratta di un successo di  prim’ordine soprattutto se si considera  che la struttura è stata realizzata proprio  nel cuore della ricerca americana  sulle biotecnologie e a due passi da una  delle università più prestigiose del mondo  , quella di Harvard.  Il laboratorio di Biocell Center Corporation,  al cui taglio del nastro è  intervenuto il governatore dei Massachusetts  Deval Patrick, è forte dell’esperienze  della ricerca italiana in materia  di crioconservazione delle staminali  prelevate con l’amniocentesi, un metodo  che mette a frutto decenni di studi  del direttore scientifico, Giuseppe Simoni,  fino a due anni fa docente di  Genetica all’università di Milano.  La nuova struttura di Medford ha già  siglato un accordo con il dipartimento  di Oftalmologia della Harvard Medicai  School per uno studio pilota sull’impiego  delle staminali da liquido amniotico  nella cura delle degenerazioni della  retina. Altri accordi potrebbero arrivare  presto con il Children’s Hospital di  Boston, un centro di avanguardia della  pediatria dove Dario Fauza, chirurgo e  membro dell`’Harvard Stem Cell Institute ha già usato staminali da liquido amniotico in esperimenti di riparazione della trachea e dell’ernia diaframmatica su animali. La crioconservazione in  contenitori di azoto sterili a 196 gradi  sotto zero si basa sul presupposto che le  staminali prelevate dal liquido amniotico  tra la 15esima e la 20esima settimana  di gestazione congelate e scongelate  non perdono minimamente le loro caratteristiche:  «Bastano 3 centimetri cubici  di liquido amniotico solitamente  eliminati per stipulare un`assicurazione  sulla vita dei figli e non solo. Le  cellule, infatti, possono essere utilizzate  sia dal legittimo proprietario ma  anche dai suoi familiari, a seconda del  grado di compatibilità», ha spiegato  Simoni. In una provetta di 3 cc di  liquido amniotico ci sono dalle 20mila  alle 30mila cellule, particolarmente attive  e giovani in grado di riprodursi fino a  250 volte senza subire variazioni in una  varietà di tessuti. In Italia la Biocell ha  siglato un accordo con il Policlinico di  Tor Vergata per la ricerca e la conservazione  di questo particolare tipo di cellule.  «Da domani – ha spiegato il preside  della Facoltà di medicina, Giuseppe  Novelli – le pazienti incinte del Policlinico  che intendono effettuare l’amniocentesi  potranno avere la possibilità di  crioconservare, il campione residuo di  liquido amniotico».  

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