Bologna fa testamento

Giusi Marcante

L’obiettivo delle duemila firme  era già a portata di mano dopo il secondo giorno di banchetti.  La Rete Laica di Bologna in un solo fine  settimana ha già raccolto 1495 firme,  praticamente i due terzi di quelle  necessarie, a sostegno della proposta  di delibera popolare per istituire il registro  dei testamenti biologici al Comune  di Bologna.

Un’iniziativa completamente  dal basso con un obiettivo preciso:  chiedere che il Comune sia il notaio  biologico dei cittadini che potranno indicare  quali trattamenti sanitari vorranno  ricevere quando non saranno più in  grado di farlo di persona. Anche mercoledì  sera la raccolta è proseguita davanti  alla sala dove si è tenuta l’assemblea  dei medici bolognesi, mentre altri banchetti  si terranno nel fine settimana  per superare quota 2000, convinti che  «come Rete Laica Bologna abbiamo deciso  di non accontentarci: puntiamo a  un numero politicamente significativo,  che sia in grado di spazzare via i  dubbi, le incertezze e le ambiguità amministrative  seminate in questi giorni»,  ha detto Maurizio Cecconi, giovane  portavoce della rete. Il riferimento è ad  un parere giuridico che la segreteria ge-  nerale del Comune ha allegato al via libera  per la raccolta di firme, in cui si  scrive che le leggi vigenti non permettono  la creazione di un registro presso  l’Anagrafe, che l’unico registro che si  può creare (ma non all’Anagrafe) conterrà  i nomi dei notai che hanno depositati  presso i loro studi i testamenti  biologici, che il Comune potrebbe ritirare  i testamenti biologici solo dopo  formale autorizzazione da parte del Garante  della Privacy, in quanto i testamenti  conterrebbero indicazioni "sensibili"  quali le convinzioni religiose.  Tutti argomenti che hanno sorpreso  la Rete Laica, visto che sembrano destinati  ad affossare l’iniziativa. In realtà  esistono altri comuni in cui sono  nati registri simili e come osserva la  docente di diritto pubblico dell’università  di Bologna Francesca Resigno  «la strada dei diritti si costruisce anche  per vie traverse, quindi l’unione  di più città forti in cui si adottano i registri  dei testamenti biologici può portare  ad un cambiamento del quadro  normativo più generale». Ai banchetti  i cittadini si sono presentati convinti  della proposta che stavano sostenendo;  lo conferma Michela, una delle volontarie  della Rete che ha raccolto le  firme nell’ultimo fine settimana:  «Quello che accomuna tutte le persone  che hanno firmato è che il Comune  si faccia carico di questa volontà  dei cittadini in modo gratuito».  Questa però non è l’unica strada che  si sta percorrendo sotto le due Torri.  Sta andando avanti anche la proposta  di ordine del giorno del Pd bolognese  che ha l’obiettivo di istituire sempre  un registro che però ha una natura diversa  rispetto a quella stabilita dalla Rete  e che non assegna al Comune questo  ruolo di notaio biologico. «Non c`è  nessuna contrapposizione tra i due  percorsi – assicura il capogruppo del  Pd in consiglio comunale Sergio Lo  Giudice l’obiettivo è comune ed è   quello di dotare la città di un buon registro».  Il Pd nel suo ordine del giorno  parte dalla constatazione che il ddl Calabrò  è «contrario ai principi costituzionali»  ma propone un registro che contenga  i nominativi di tutti i cittadini  che abbiano redatto un testamento  biologico sfruttando due possibilità: il  deposito del documento presso un notaio o in busta chiusa in un ufficio comunale  (come a Pisa, ndr). L`odg è il  frutto di un gruppo di lavoro di esperti  su impulso della Conferenza territoriale  sociale e sanitaria e, secondo i Democratici,  metterebbe al riparo questo registro  da eventuali ricorsi al Tar. «La  prossima settimana andremo in commissione  per licenziare questo documento  che vede anche la condivisione  di due esponenti della lista civica di  Guazzaloca». Uno di questi, il consigliere  Felice Caracciolo, ha aperto anche  alla proposta della Rete Laica, che però  assegna al Comune un ruolo diverso  nell’istituzione di un registro dei biotestamenti.  Parere condiviso dall’avvocato  della famiglia Englaro, Vittorio Angiolini,  che intervistato dalle pagine bolognesi  dell’Unità si è detto convinto  che il notaio non serva «anche perché i  costi sarebbero inferiori», mentre la busta  chiusa potrebbe dare problemi sulla  «genuinità della conservazione. Potrebbe  sempre accadere che proprio  perché chiusa qualcuno avanzi dei  dubbi…». Le prossime settimane diranno  di quale strumento si doterà la  città di Bologna mentre il sindaco Flavio  Delbono, nel pieno del caso Englaro  quando era ancora un semplice  candidato, aveva spiegato che è necessario  separare le convinzioni religiose  dai doveri di uno stato laico. Il sindaco  tra sabato e domenica non si è fermato  a nessuno dei banchetti della Rete  Laica mentre lo hanno fatto molti  elettori del Pd che uscivano dal voto  delle primarie. Un’adesione convinta  che è sicuramente andata oltre i votanti  della mozione Marino. II tentativo della Rete Laica è anche quello di dimostrare che la spinta dal  basso diventa fondamentale in questioni  come quelle eticamente sensibili dove  il Parlamento si dimostra regolarmente  più arretrato rispetto alla popolazione.  La Rete bolognese si propone  come «tavolo informale d’incontro, di  discussione, di proposta e di mobilitazione  per difendere ed estendere la laicità delle istituzioni bolognesi e italiane»  (www.retelaicabologna.wordpress.  com). È composta da singoli e da diverse  associazioni: dalla cellula Luca  Coscioni, agli atei e razionalisti dello  Uaar, dalla Chiesa evangelica e metodista,  alla Comunità ebraica, da Bologna  città libera al Comitato bolognese  scuola e costituzione. Una pattuglia  laica cui si sono aggiunte parecchie adesioni politiche: Rifondazione  Comunista, Sinistra per Bologna  (Sd), la lista Beppe Grillo oltre ovviamente  ai Radicali. Proprio la lista Bologna  Città Libera aveva avviato simbolicamente  in febbraio una raccolta  di testamenti biologici da far protocollare  in Comune: in poche settimane  furono compilati 210 moduli. Un  avvio coraggioso ribadito dalla risposta  dei cittadini di questi giorni.

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