Avellino, referendum popolari: conferenza stampa e raccolta firme con Mina Welby

Si è tenuta stamane, presso il centro sociale “Samantha della Porta” di Avellino, la conferenza stampa su “Testamento biologico e Referendum comunali”, promossa dall’Associazione Luca Coscioni e dal quotidiano locale Ottopagine. Sono intervenuti Bruno Guerriero, direttore di Ottopagine, Chiara Argenio, editrice del giornale, Michele Minieri, dei Radicali Italiani, Antonio Gengaro, Presidente del Consiglio Comunale di Avellino, Franco Vittoria, candidato alla segreteria regionale Pd, e Mina Welby, dirigente dell’Associazione Coscioni e membro del Comitato di Radicali Italiani.

Durante l’incontro  con la stampa locale (che può essere riascoltato integralmente sul sito di Radio Radicale) si è fatto il punto della situazione sulla campagna referendaria intrapresa nel capoluogo campano a partire da luglio.  

Ricordiamo che i referendum di iniziativa popolare per il Comune hanno lo scopo di istituire, qualora fosse raggiunto il quorum, il registro dei testamenti biologici, il registro delle unioni civili, e l’anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati. Servono 3000 firme per indire il referendum, ne sono state raccolte meno di 1000; dunque l’obiettivo appare lontano ma l’appuntamento di quest’oggi è servito per dare nuovo impulso alla campagna di raccolta firme, cercando di individuare e rimuovere i fattori di ostacolo per il raggiungimento dell’obiettivo finale.

Ecco alcune dichiarazioni degli interventi alla conferenza: Michele Minieri ha sottolineato come “attraverso il referendum si riscrive la scena politica italiana, e alla gente viene data nuovamente la possibilità di esercitare la democrazia diretta”;

Bruno Guerriero ha messo invece in evidenza i due obiettivi che si è prefissato il giornale da lui diretto nel momento in cui ha scelto di appoggiare l’iniziativa dell’Associazione Coscioni; “il primo è stato quello di rivoluzionare l’agenda politica, portando sul tavolo di partiti e sindacati tre temi etici di grande rilevanza; il secondo è coinciso nel voler partecipare ad una impresa storica per la città di Avellino, ovvero concretizzare le scelte dei cittadini”;

Chiara Argenio ha proseguito centrando l’attenzione sull’esigenza che ha Ottopagine di fornire alle tematiche in oggetto uno strumento di informazione corretta sradicando quei pregiudizi che ruotano intorno al referendum : “firmare per il referendum non significa già scegliere in merito ai quesiti, bensì fornire alla popolazione uno strumento per esprimere in un modo o nell’altro la propria posizione”;

Gengaro, del Centro Sinistra Alternativo, impegnato nella campagna referendaria sia istituzionalmente, come Presidente del Consiglio Comunale, come autenticatore delle firme, e come cittadino ha ribadito la larga condivisione da parte dei consiglieri comunali sull’istituzione dell’anagrafe degli eletti, rilevando, tuttavia, “la maggiore difficoltà nel raggiungimento del quorum necessario per altri due quesiti, ritenuti più delicati e sui quali occorre più informazione e convincimento”;

Franco Vittoria, dichiarandosi cristiano cattolico credente e contemporaneamente sostenitore dell’iniziativa, ha rilevato come la difficoltà nel raggiungimento del quorum non risieda nell’ostruzionismo da parte della componente cattolica della sinistra quanto piuttosto “nella non-conoscenza; su certi temi c’è necessità di confrontarsi e allargare il contesto delle opinioni; in questo la politica deve essere anche pedagogica”;

in ultimo Mina Welby ha fornito per ogni quesito, non solo “in quanto tema etico ma soprattutto in quanto tema di diritti civili”,  almeno un motivo per firmare: “fare leva sull’anagrafe degli eletti significa dare trasparenza alla politica, come già avvenuto al Parlamento Europeo, grazie a Marco Cappato, e come dovrebbe accadere anche nel Parlamento italiano e nelle amministrazioni locali; per quanto concerne le unioni civili, il nostro paese vive con dei paraocchi inconcepibili: come possiamo ancora oggi negare i diritti alle coppie gay e lesbiche? Come possiamo non pensare che anche ad un nucleo composto da due divorziati che vogliono mettere su una nuova famiglia, con nuovi figli, non possano essere riconosciuti gli stessi diritti dei precedenti nuclei familiari? E infine il testamento biologico non  deve essere visto come una scelta di morte: sottoscrivendolo si può scegliere anche di essere curati con tutte le possibilità che offre la medicina, ma parimenti anche di essere lasciati andare come ha fatto Giovanni Paolo II”.

Nel pomeriggio Mina Welby ha raccolto le firme delle cittadine e dei cittadini residenti ad Avellino a Corso Vittorio Emanuele; in tanti si sono fermati al tavolo per esprimere sostegno all’iniziativa e parlare direttamente con lei, condividendo esperienze, mostrando dubbi e interesse. Oggi informazione e militanza hanno camminato insieme per le strade di Avellino; domani è necessario che continui ad essere così: l’Associazione Coscioni e Ottopagine proseguiranno nella campagna stampa e di raccolta firme quotidianamente, dando la possibilità di firmare presso la sede del giornale e ai tavoli.