Roma, 400 in piazza contro l’omofobia dopo le bombe carta alla Gay street

Carlotta De Leo

manifestazione gay streetPresidio delle associazioni omosessuali per rispondere alla violenza. Franceschini: «E’ urgente una legge»
Circa quattrocento persone in presidio per dire basta alle aggressioni omofobe che stanno colpendo la capitale con sempre più violenza. Mercoledì sera, le associazioni omosessuali e transessuali romane hanno organizzato un’assemblea in via di San Giovanni in Laterano, ribattezzata la Gay street, proprio dove, la notte precedente, tre giovani con le «teste rasate» avevano lanciato due bombe carta sulla folla. Un presidio che vuole essere una risposta «forte ed immediata al dilagante clima di intolleranza omofoba che si respira a Roma e in tutto il Paese».

Le bombe carta, infatti, sono solo l’ultimo episodio di un’escalation di intolleranza che, nel corso dell’estate, ha colpito gli omosessuali romani: prima i gay feriti al villaggio dell’Eur con l’arre­sto dell’aggressore «Svasti­chella», poi l’aggressione al cantante Emilio Rez a San Gio­vanni e poi ancora l’attentato incendiario al Qube, locale dove si svolge il «Muccassassina» organizzato dal circolo «Mario Mieli».
NO A OGNI FORMA DI DISCRIMINAZIONE – «Occorre – ha affermato il presidente dell’Arcigay Roma, Fabrizio Marrazzo – una risposta forte ed unitaria ai fatti accaduti ieri. Serve una seria legge nazionale che dica no ad ogni forma di discriminazione, e la fiaccolata del 23 sarà un altro importante segnale in questo senso». Alla manifestazione hanno partecipato numerosi esponenti del centrosinistra – dal segretario del Pd Dario Franceschini a quello del Prc, Paolo Ferrero – ma anche del centrodestra. Sul posto, in rappresentanza del Comune di Roma, sono arrivati l’assessore alla Cultura, Umberto Croppi, i delegati del sindaco, al centro storico ed alla sicurezza, Dino Gasperini e Giorgio Ciardi. Alla manifestazione anche la deputata del Pd Anna Paola Concia (relatrice della legge contro l’omofobia che sarà discussa in Parlamento) e l’ex parlamentare Vladimir Luxuria.

FRANCESCHINI:« UN PROBLEMA DI CIVILTA’» -«Sono qui per manifestare la solidarietà del Partito democratico» ha detto il segretario del Pd Dario Franceschini arrivando dal presidio. «È un problema di civiltà – ha aggiunto Franceschini -. È urgente approvare una legge con norme antiomofobe e soprattutto è urgente reagire con la coscienza civile che c’è in questo paese». Il leader del Pd aveva definito «un’inqualificabile intolleranza» l’attentato alla «Gay Street». «Quando succedono di seguito due, tre, quattro episodi – ha detto a Salerno – significa che c’è veramente bisogno di una reazione forte».
LUXURIA: «NON TORNEREMO A NASCONDERCI» – «Non torneremo mai a nasconderci». Vladimir Luxuria lo sottolinea più volte dal presidio in via San Giovanni in Laterano. «Le persone che compiono atti intimidatori come quelli che sono avvenuti qui – continua Luxuria – è come se volessero mandarci un segnale: ci dicono di ritornare a stare al chiuso, mentre noi non ci arrendiamo e, anzi, ci fortifichiamo. Io ho imparato che non siamo noi a dover avere paura, ma sono gli altri ad avere paura di noi. Per questo, oggi più che mai, abbiamo tutte le ragioni per stare allo scoperto». Infine, Vladimir Luxuria torna sul tema delle ronde: «Non ci devono essere ronde organizzate, ma ogni cittadino deve partecipare a quello che succede. Purtroppo, dopo i fatti accaduti a Roma, in molti hanno preferito chiudere gli occhi».

FIACCOLATA UNITARIA IL 23 SETTEMBRE – Il presidio alla Gay Street anticipa la fiaccolata del 23 settembre promossa dal presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, che ha ricevuto l’adesione del Comune di Roma e della Regione Lazio. «Proponendo la fiaccolata anti-omofobia mi sono ribellato all’idea che quanto sta accadendo possa essere ridotto solo a una questione di ordine pubblico o di repressione» ha detto Zingaretti annunciando che «lunedì prossimo, insieme al sindaco Gianni Alemanno e al presidente della Regione Piero Marrazzo, presenteremo il nostro appello alla città a unirsi a noi. Per sconfiggere la paura di tanti – ha aggiunto – non dobbiamo aver paura di scommettere su un evento collettivo. Mi auguro che migliaia dicano ‘no, noi non ci stiamo, Roma non ci sta».
PRESSING PER LA LEGGE – Dopo l’intimidazione di martedì notte alla Gay street a Roma il centrosinistra va all’attacco e chiede che venga al più presto messa in calendario in Aula alla Camera la proposta di legge a prima firma Paola Concia (Pd) sull’omofobia che prevede l’inserimento nel codice penale dell’aggravante di reato commesso per finalità di discriminazione di genere. Un testo che potrebbe avere l’appoggio anche del ministro per le Pari Opportunità. «Non credo sia possibile – sottolinea la Carfagna – avere provvedimenti fuori sacco nel Consiglio dei ministri di giovedì, ma la linea del governo e del mio ministero è prevedere aggravanti per i reati con finalità di discriminazione sessuale». Dopo le due bombe carta di ieri il capogruppo del Pd a Montecitorio, Antonello Soro, ha chiesto al presidente Fini che venga messa subito all’ordine del giorno dell’Aula. Richiesta alla quale si è subito associata anche la capogruppo al Senato, Anna Finocchiaro. «Siamo all’emergenza civile – sottolinea il candidato alla segreteria del Pd Pier Luigi Bersani – e questa continua aggressione alla comunità gay testimonia l’assoluta esigenza di dare un segno chiaro di fermezza e civiltà, discutendo ed approvando al più presto la legge sull’omofobia». Mentre la socialista del Pdl Margherita Boniver chiede di aprire «un dibattito sull’intolleranza in Parlamento».