I gay: «Ora basta omofobia nella Chiesa»

matrimoni gayInterrogazione dei radicali sulle schedature. E Luxuria ringrazia Manganelli
Lo scontro tra il Giornale, quotidiano della famiglia Berlusconi, e i vescovi sul caso Boffo, rilancia il dibattito sull’omosessualità in Italia e all’interno del mondo-cattolico. I radicali vanno all’attacco con una interrogazione a risposta scritta dal titolo: "La polizia di Stato scheda gli omosessuali?". La firmano Marco Perduca, senatore radicale eletto nelle liste Pd ed Enzo Cucco dell’Associazione radicale Certi Diritti.

Chiedono ai ministri dell’Interno e della Giustizia spiegazioni sul ruolo della polizia nel caso Boffo. Sulla base di quanto riportato dalla testata diretta da Vittorio Feltri, scrivono Perduca e Cucco: «La Polizia di Stato scheda gli omosessuali? Tiene memoria delle abitudini di vita, dell’orientamento sessuale, e di ogni altra informazione cosiddetta personale? Che significa esattamente «attenzionato?». Ma sulla questione intanto il capo della polizia Antonio Manganelli ha già risposto al ministro dell’Interno Maroni. Tanto che Vladimir Luxuria, storico leader omosessuale ed ex parlamentare, si è sentito in dovere di ringraziare: «Il capo della Polizia ha chiarito non solo che tali schedature non esistono, ma ché "tra di noi abbiamo poliziotti diventati poliziotte e poliziotte diventate poliziotti". L’ammissione orgogliosa di poliziotti transgender nella Polizia di Stato è un segnale positivo a , tutto il mondo del lavoro a non discriminare e creare vere opportunità di lavoro per tutti. Un ulteriore passo verso un rapporto di stima, fiducia e collaborazione con le forze dell’ordine in un periodo in cui avvengono troppo spesso reati per omofobia e transfobia». Franco Grillini, presidente di Gaynet, allarga il campo alle posizioni della Chiesa: «La vicenda Boffo ci dice che l’omosessualità è fortemente presente in Vaticano e che il Vaticano stesso dovrebbe abbandonare la sua feroce omofobia e combattere l’ipocrisia al suo interno, smettendo di pretendere di imporre la propria visione della vita privata e dello stile di vita, quando non si è nemmeno in grado di farlo rispettare ai propri vertici». «Boffo -spiega Grilini- è stato il grande capo della propaganda Vaticana negli ultimi 15 anni. È insopportabile che quanti pretendono di imporre a tutti i cittadini, attraverso le leggi dello Stato, comportamenti coerenti con la dottrina cattolica, siano i primi a non tenerli».