DAL MOMENTO che il 30-40% dei 63mila 571 detenuti è straniero l`Unione europea «non può chiudere gli occhi» di fronte al concreto rischio di collasso delle 206 carceri italiane. Alle prese con il più elevato numero di detenuti mai registrato dal secondo dopoguerra ad oggi (i posti regolamentari sono 43.327) ma anche con la scarsità di fondi per costruire nuove carceri, il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, non ci sta a finire sul banco degli imputati nel malaugurato caso di implosione del sistema. Perciò dopo aver partecipato, al Viminale al tradizionale Comitato per l`ordine e la sicurezza pubblica passa al contrattacco: «O l`Europa fa applicare i trattati» esistenti sul rimpatrio dei detenuti stranieri nei paesi di origine «o ne stipula di nuovi» oppure «ci dà i fondi necessari». Dal momento che – torna a ribadire il Guardasigilli il governo è assolutamente contrario ad altri indulti o amnistie, l`«unica strada» perseguibile è la costruzione di nuovi istituti. Il piano messo a punto da Franco lonta, capo del Dipartimento dell`amministrazione penitenziaria (Dap), sarà varato in consiglio dei ministri «entro il prossimo 15 settembre». Prevede la creazione di 17mila 891 nuovi posti entro i1 dicembre 2012 attraverso 48 nuovi padiglioni in carceri già esistenti (per un totale di novemila 904 posti), la ristrutturazione di due istituti penitenziari e la realizzazione di 24 nuove carceri. Il tutto per un costo di 1,5 miliardi di curo. Duecentomilioni sono stati già stanziati dal Cipe. Il ministro non si reca in alcun carcere italiano il giorno di Ferragosto ma ringrazia pubblicamente i Radicali per aver promosso un`iniziativa che in tre giorni ha portato oltre 150 tra parlamentari, eurodeputati e consiglieri regionali a far visita ai detenuti e agli agenti penitenziari dì circa l’85% delle carceri.