L’azienda va meglio se è amica dei gay

cristina Nadotti

diritti gayPremiate le imprese che rispettano e garantiscono i diritti degli omosessuali
In Italia sembrano un’utopia, altrove sono la prassi per assicurare competitività e buoni risultati all’azienda. Sono le iniziative di alcune multinazionali per combattere la discriminazione di gay, lesbiche, bisessuali e transgender, programmi e azioni che sono valse a tre grandi gruppi il premio "azienda più gay friendly al mondo". Ha vinto la britannica Bt Group, leader nel settore delle telecomunicazioni, che, tanto per fare un esempio, riconosce a qualunque tipo di coppia di fatto il diritto ai benefit normalmente assicurati alle famiglie.

Secondo è il colosso informatico Ibm, e terza la Dow Chemicals, multinazionali che, si legge nella motivazione del premio, «hanno riconosciuto l’importanza di proibire la discriminazione basata sull’orientamento sessuale». È la Camera di commercio internazionale gay e lesbica ad assegnare il premio, un ente fondato nel 2007 perché, dicono i promotori, «era diventato più che mai chiaro che la comunità degli imprenditori LGBT – cioè lesbiche, gay, bisex e transgender – oltrepassai confini nazionali statunitensi e britanni- ci e ha bisogno di avere rappresentanti a livello globale». Una delle prime iniziative del nuovo ente è stato quello di stilare un indice internazionale di uguaglianza imprenditoriale, con l’intento di sfidare le multinazionali leader a migliorare i loro programmi per garantire l’inclusione di lesbiche, gay, bisex e transgender non solo per quanto riguarda i loro dipendenti, ma anche i fornitori e i consumatori. Perché il mercato gay, come ogni altro, è appetibile, ma soprattutto perché se i dipendenti si sentono a proprio agio sul posto di lavoro rendono di più, sono meno inclini a lasciare l’azienda in caso di altre offerte e fanno meno giorni di malattia. Il premio è stato assegnato a Copenhagen durante il secondo congresso della Camera di commercio internazionale gay e lesbica, uno degli appuntamenti in programma nella città danese in concomitanza con i World Outgames, le Olimpiadi gay. T

ra i convegni, anche la seconda conferenza mondiale sui diritti umani LGBT, che ha avuto come tema principale proprio quello della lotta alla discriminazione sul lavoro. Tra i relatori il commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Thomas Hammarberg, che nel suo discorso ha chiarito quanto siano indispensabili iniziative come quelle promosse dalle aziende premiate. Presentando un documento che fa il punto sulla situazione europea, Hammarberg ha detto: «La situazione delle persone transessuali è stata a lungo ignorata e trascurata, nonostante che i problemi che devono affrontare siano molto reali e spesso specifici per questo gruppo» e nel riaffermare il diritto. di lesbiche, gay, bisex e trans gender alla vita, all`integrità fisica e all’assistenza sanitaria, ha ribadito che «essi hanno il diritto di essere protetti contro la discriminazione sul mercato del lavoro». BtGroup ha fatto commentare il premio alla referente per i programmi di orientamento sessuale dell’azienda, Anne Heal. «Già dai primi anni Ottanta BT si è impegnata per garantire che l` uguaglianza e la parità di diritti siano una realtà concreta nell`azienda. II nostro lavoro non termina qui, cercheremo nuove strade che consentano ai nostri collaboratori di essere se stessi sul posto di lavoro, senza timore di pregiudizi o discriminazioni».