Radicali cercasi firme nel Lazio

Margherita Fabbri

Marco CappatoAl via la mobilitazione per rilanciare la «democrazia diretta»
Cinquantamila firme da raccogliere entro il prossimo 30 settembre, quattro referendum propositivi e quattro abrogativi. I radicali tornano a parlare di democrazia diretta in Lazio e lo fanno con una mobilitazione straordinaria di tre giorni, il 28, il 29 e il 30 luglio prossimi. «Con lo strumento dei referendum vogliamo offrire ai cittadini del Lazio la possibilità di costruire un "partito" che tuteli il loro interesse e non quello dei vari soggetti partitocraiici», dichiara Marco Cappato, segretario dell’Associazione Luca Coscioni,

che sostiene l’iniziativa. I referendum propositivi verteranno sulla nuova disciplina della gestione dei rifiuti, sull’estensione del sostegno alle famiglie di diritto a quelle di fatto, sul sostegno ai coniugi separati in situazioni di difficoltà e sull’abolizione dei ticket sanitari ai minori di 14 anni. Gli abrogativi, invece, interesseranno l’abolizione dell’aumento dei rimborsi elettorali e del finanziamento agli enti religiosi che operano nel turismo, il ripristino dei vincoli paesistici contro la cementificazione del Lazio e l’abolizione della legge regionale del 2001 sulla famiglia. Ma si tratta anche di una questione di "metodo": «Il Lazio è l’unica Regione che prevede per i cittadini la possibilità di presentare referendum propositivi. Tuttavia a gennaio, quando abbiamo dato vita al "Comitato referendario di liberazione Ernesto Nathan", abbiamo scoperto che non esisteva alcun regolamento attuativo e la norma risultava di fatto inapplicabile», spiega Massimiliano Iervolino, della direzione nazionale di Radicali Italiani. «Abbiamo così presentato una proposta di legge il cui iter dovrebbe concludersi a settembre, fornendo finalmente la disciplina di dettaglio del referendum propositivo». Un primo successo, dunque, ma la strada è ancora lunga: «Quella che stiamo promuovendo è una campagna ambiziosa e difficile, che finora si è mossa nel quasi totale silenzio degli organi di informazione», ha sottolineato Demetrio Bacaro, segretario dell’associazione Radicali Roma. «Ma l’obiettivo può essere raggiunto: quando i cittadini si fermano ai nostri tavoli nel 90% dei casi decidono di firmare, perché le questioni che. poniamo sono trasversali ed interessano il vissuto di tutti».