Roma, denunciato il farmacista obbiettore

pillola del giorno dopoL’ansia, l’umiliazione. Il girare a vuoto in una corsa contro il tempo tra un pronto soccorso e l’altro, tra un rifiuto gentile e altri con toni «da condanna morale». In cerca di un medico non obiettore che prescriva la pillola del giorno dopo prima che sia troppo tardi. Prima che si arrivi a dover affrontare il trauma di un aborto. È storia di tutti i weekend, a Roma come nelle piccole città, quando i consultori sono chiusi e l’unico punto di appoggio per chi ha avuto un rapporto a rischio è il pronto soccorso. Ma anche in settimana le cose non vanno meglio visto che l’onda lunga delle parole del Papa, che invita tutti i cattolici ad astenersi da pratiche che in modo diretto e indiretto hanno a che fare con la tutela della vita, dagli ospedali è arrivata in farmacia.

Lontani dall’Europa se si pensa che In Inghilterra viene data senza ricetta, in Francia gratuitamente. Stefania, 34 anni, ieri si è infatti vista rifiutare la pillola del giorno dopo, prescritta con regolare ricetta dal medico del consultorio, da una farmacia di Fiumicino. «Non è possibile, non è giusto. I farmacisti non possono rifiutarsi, la legge non prevede per loro l’obiezione di coscienza. Secondo la legge devono solo assicurare il farmaco prescritto nel più breve tempo possibile», dice la donna che ha denunciato il titolare ai carabinieri. Lui, il farmacista sott’accusa, è Piero Uroda, presidente dell’Unione farmacisti cattolici. E dubbi nonne ha. «Per me l’aborto è omicidio e quindi io non do né pillola del giorno dopo ne spirali che considero abortivi. Semi denunciano risponderò in tribunale, ma non posso fare qualcosa contro la mia coscienza». E dal presidente dell’ordine nazionale farmacisti Andrea Mandelli arrivano parole di mediazione.

«È vero che la legge non prevede l’obiezione di coscienza per i farmacisti, ma davanti a queste posizioni credo ci sia bisogno di fare chiarezza se si tratti di abortivo o meno, nel rispetto dei diritti di ognuno di manifestare il proprio disagio». E a questo proposito più volte l’anno scorso – quando denunce a ripetizione e indagini sul campo avevano segnalato decine di casi di obiettori, di cure e farmaci negati – il presidente della federazione dell’ordine dei medici Amedeo Bianco aveva detto: «Nel nostro ordinamento l’obiezione di coscienza è prevista solo per la procreazione assistita e l’aborto. Quanto alla contraccezione di emergenza, cioè la pillola del giorno dopo, questa non si può ritenere dal punto di vista scientifico un aborto». Ma tant’è, le obiezioni si moltiplicano, in riva al Tevere e non solo. Tanto che sempre più donne nel fine settimana da tutta Italia chiamano il numero 333.9856046, quello organizzato dall’associazione vita di donna della ginecologa Lisa Canitano per dare, come i radicali, riferimenti di medici non obiettori a donne, a coppie in difficoltà.