Visto il fiume di emendamenti al ddl sul fine vita, ben 585, in Senato si procederà a tappe forzate per vagliarli. Già da oggi con le tre sedute previste in Commissione I giene e Sanità. Con il presidente Antonio Tomassini che si dichiara un «inguaribile ottimista» e spera «che si riesca a stare comunque nei tempi dati per votare gli emendamenti» domani. «Visto l’impegno dichiarato dall`opposizione, a non a fare ostruzionismo». Ieri l’ufficio di presidenza dell`organismo parlamentare ha respinto la proposta di contingentare i tempi per l`opposizione di Pd e Italia dei valori. E sono emersi, ha detto il relatore del testo Raffaele Calabrò uscendo dalla riunione «chiari intenti ostruzionistici» manifestati dalla radicale Donatella Poretti.
Per la quale, invece, il «no» alla proposta di autoregolamentazione deriva dalla volontà di non «"violentare" il regolamento con un`imposizione dei tempi» voluta dalla presidenza. Si lavora, comunque, perché le barricate siano evitate. per rispettare la data prevista per l`approdo in aula, il 5 marzo, il testo potrebbe giungere privo del relatore. Il vicecapogruppo del Pdl a Palazzo Madama Gaetano Quagliariello conferma l`impegno a sfoltire il centinaio di proposte di emendare il testo avanzate dal centrodestra per arrivare «massimo una cinquantina», una volta eliminati doppioni e testi non approvabili in quanto poco chiari.
«Stiamo lavorando per fare una legge e siamo fiduciosi che il Pd faccia la sua parte, altrimenti se ne assumerà la responsabilità. Si lavorerà tanto e sono previste anche sedute notturne», ricorda, aggiungendo che il testo è «aperto». Nessuna chiusura preconcetta, insomma. Infine, c`è la proposta di emendamento di Francesco Rutelli, che ieri è tornato sulla questione, ribadendo che la decisione spetta la medico. «Lo spirito dell`emendamento ci convince, perché vuole tenere fermi due capisaldi: carattere di sostegno vitale di idratazione e nutrizione, mantenimento della libertà di cura prevista dall`articolo 32 della Costituzione», commenta sempre Quagliariello. Ma la «soluzione escogitata ho dei dubbi che cada nel continuum tra quei due paletti», prosegue. Si tratta infatti di riempire un vuo- to legislativo, che non si risolve lasciando dei pezzi scoperti. Altrimenti sarebbe «inutile» produrre una legge, di cui molti del Pdl non sentivano il bisogno. Uno di questi è l`ex ministro Giuseppe Pisanu, secondo il quale «non dovrebbe esserci alcuna leggge. In casi delicati, come quello di cui parliamo, dovrebbero essere affidati alla volontà del paziente, se è in grado di intendere e volere, oppure alla valutazione, in scienza e coscienza, dei parenti e del medico, come sempre è avvenuto».
Sull`emendamento Rutelli interviene anche Pier Ferdinando Casini che parla di un «atto di coraggio» e di un «significativo passo avanti nella direzione del diritto alla vita. Bisognerà vedere concretamente se si potrà realizzare una convergenza». Analogo apprezzamento, ma solo per lo sforzo dell`ex leader della Margherita, arriva dal sottosegretario al Welfare Eugenia Roccella: «Mi sembra un tentativo non riuscito di mediazione, anche perché è difficile mediare su alimentazione e idratazione». «Non ci può essere mediazione sull`eutanasia comunque essa sia mascherata. Nutrizione e idratazione non sono cure e non possono essere interrotte. Qualsiasi altra soluzione non può essere accettata», afferma, Infine, Enrico La Loggia vice presidente del gruppo del Pdl alla Camera.