Englaro per il referendum sul testamento biologico

L’unica via. Il padre di Eluana dice che gli italiani «non si faranno imporre una legge» come quella che sta preparando il Governo. In serata è stato ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa».
«Gli italiani non si lasceranno imporre una legge di questo genere». Dunque, se sul testamento biologico «non ci sono altre strade e se la legge passa», quella del referendum è l’unica via. Beppino Englaro non si ferma, parla, spiega che andrà avanti perché «è giusto che il patrimonio di esperienza maturato venga messo a disposizione della società italiana».

E così, ieri pomeriggio, ha strappato un lunghissimo applauso alla folla infreddolita che a piazza Farnese non aspettava altro che di incoronare qualcuno capace di prendere in mano la bandiera della libertà e della difesa della Costituzione e della libertà di scelta sulle terapie mediche. Beppino Englaro, appunto, ma anche Ignazio Marino che ieri pomeriggio si è fatto vedere da quelle parti. Era piena piazza Farnese, ieri. Al richiamo di Micromega – aiutata dall’Idv di Antonio Di Pietro – hanno risposto molte persone, forse al di là di quanto gli organizzatori potessero sperare. E una folla senza bandiere, una piazza in tutto e per tutto borghese, nella quale non stona una nota radicale. Ci sono i banchetti dell’associazione Luca Coscioni per compilare il testamento biologico, c’è anche una telecamera per trasmetterlo direttamente sul web. E c’è qualche cartello, come quello che chiede: "Basta Papa". Lo tiene in mano Giuliana, ex insegnante in pensione. «Faccio politica ma da cittadina», spiega. E qui, dice, perché «non voglio che ai miei figli capiti lo stesso dramma di mia madre che non ce la faceva a morire». Come lei, qui sono in tanti. E applaudono ogni volta che qualcuno – che sia Paolo Flores D’Arcais, Stefano Rodotà, Andrea Camilleri, Mina Welby, Dacia Maraini o Lidia Ravera – dal palco fa il nome di Ignazio Marino o pronuncia le parole «Costituzione» e «referendum». Poi, in collegamento telefonico si fa sentire Beppino Englaro, il papà di Eluana. «Le battaglie di libertà hanno il loro prezzo, dobbiamo portarle sino in fondo», dice. «Imporre la nutrizione forzata è una barbarie», aggiunge. In serata, ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa, escluderà ogni suo possibile impegno politico futuro. Prima, Flores D’Arcais aveva parlato di una legge sul testamento biologico – quella che il Pdl vuole approvare in fretta, «strozzando il dibattito» – che nega la volontà dei malati spiegando che «solo in uno stato totalitario si arriva alla enormità che sulla vita dei cittadini decide il governo». Anche la Ravera era andata all’attacco di chi «ha deciso di giocare la propria battaglia vergognosa sui nostri corpi. C’è più pietà per i cani». Lo stesso aveva fatto Camilleri secondo il quale il ddl in discussione al Senato è «una legge truffa, perpetrata con il consenso di parte della cosiddetta opposizione, e con un Berlusconi prono al Vaticano». Già, Berlusconi. Il suo nome è tornato in molti interventi dando la sensazione che a qualcuno possa non dispiacere del tutto che, come è già accaduto con la giustizia, la battaglia sul testamento biologico possa ridursi a un antiberlusconismo di maniera. Alla Fiera di Roma, nelle stesse ore, andava in scena una sorta di psicodramma collettivo sul dopo Veltroni. Franceschini da quel palco parlava di «principio sacro della laicità dello Stato». C’è chi ha storto il naso, come Paola Binetti, e chi, come Ignazio Marino, l’ha presa meglio. Da piazza Farnese, però, Antonio Di Pietro si è lasciato sfuggire un: «Benedetto quel giorno in cui anche il Pd finirà di fare svolte e comincia a camminare dritto verso un’opposizione intransigente al modello di governo Berlusconi». Insomma, sembra che il Pd – accusato da Emma Bonino di «pavidità» – corra il rischio di vedersi scippata dalle mani una volta per tutte anche la battaglia sul testamento biologico e che, nonostante il discorso programmatico del neosegretario, possa essere ormai tardi per tornare a giocarsi questa partita.