Chi decide i diritti dei cittadini

A proposito, ma nello "Stato liberaldemocratico laico di diritto", come ampollosamente la Costituzione nata dalla Resistenza bla bla bla definisce l’Italia, chi stabilisce se gli italiani hanno il diritto di fare una cosa oppure no, per esempio non voler vivere legati per decenni a tubi, aghi, cateteri e sondini? La domanda sorge leggendo le reazioni vescovili e vandeane alla sentenza del Tar della Lombardia, che ha smascherato il don Rodrigo regionale, persecutore della Lucia Englaro di quel ramo del lago di Como.

Per esempio, II Messaggero titola a tutta pagina: "I vescovi: Nessun diritto a morire. Sacconi: Spero nel ricorso. Formigoni: Lo stiamo valutando". Per vescovi e sacrestani non le leggi vigenti, ma le leggi a venire, con i contenuti da essi dettati, stabiliranno i diritti anzi i divieti dei cittadini della repubblica. Per esempio l’editto Calabrò che impone di vivere con l’alimentazione artificiale e l’idratazione artificiale. Ma contro sharia e lo stato fatwe, che i plutocrati del e il Vaticano Golfo (degli Aranci) stanno permettendo di prendere il posto del diritto, si levano voci alte e, loro sì, religiose: come quella del giurista Francesco Paolo Casavola, sullo stesso Messaggero, che inaspettata- mente esplode: «Non vorremmo che coloro che sono animati da intenzioni spirituali più alte di quanto possa permettersene il diritto, finiscano con il ferire quella dignità dell’uomo di cui dovrebbero essere i supremi garanti».

O come quella di Ignazio Marino che sulla Repubblica, contro la fatwa Calabrò, invoca «una legge che tuteli il diritto alla cura, non il dovere alle terapie». Una fatwa che Umberto Veronesi, il giorno prima, aveva definito sul Corriere della Sera "Una legge incostituzionale". Anche perché questa cultura islamica che si tenta di imporci sul trattamento di fine vita, si ripresenterà, dice Marino, per le unioni civili, la ricerca sulle cellule staminali, il destino degli embrioni abbandonati nei congelatori, le adozioni da parte dei single, e via continuando. Sta entrando in gioco il rapporto tra gli italiani, lo stato e il Vaticano. "Un Vaticano da paura", titolava ieri il manifesto l’editoriale di Filippo Gentiloni. Lappello di Marino viene nel momento in cui Veltroni riprende da Torino l’offensiva culturale, convinto che il Pd tornerà a vincere perché il suo progetto è «insostituibile», scrive l’Unità. Veltroni sa che insostituibile è solo ciò che è nuovo. Cosa dice di nuovo il progetto del Pd sulla frontiera dei diritti bioetici, la prima investita da Obama dopo l’oscurantismo teocon?