L’ultima sfida di Zapatero una legge sul “suicidio assistito”

di Alessandro Oppes
José Luis Rodríguez Zapatero - Royal & Zapatero's meeting in Toulouse for the 2007 French presidential election 0524 2007-04-19(Josè Zapatero)

MADRID- Come l’Olanda e il Belgio, la Spagna potrebbe avere molto presto una legge che riconosca l’eutanasia. Zapatero non l’aveva inclusa nel programma elettorale per le legislative del marzo scorso, temendo probabilmente i fulmini della Chiesa. Ma ora, dopo che l’ultimo congresso del Psoe – a luglio – aveva affermato con forza la necessità di avviare nella società il dibattito sulla «morte degna», il governo socialista sembra all’improvviso aver fretta, e pronuncia perla prima volta il termine scabroso: suicidio assistito. L’inatteso annuncio arriva dalle colonne del quotidiano El País, in un’intervista nella quale il ministro della Sanità Bernat Soria afferma che saranno necessarie modi- fiche al codice penale per realizzare la riforma. Per questo un’équipe di esperti del suo ministero e di quello della Giustizia si metteranno molto presto al lavoro per superare gli ostacoli giuridici che impediscono il suicidio assistito, attualmente illegale in Spagna. «Il proprietario del tuo corpo sei tu. Sei tu che prendi le decisioni: e questa è ideologia socialista», riflette Bernat Soria, uno scienziato prestato alla politica ma pienamente in linea con la svolta laicista imposta in questi anni dal Psoe di Zapatero.
Secondo i calcoli del ministro, ci vorrà circa un anno e mezzo perché la commissione tecnica possa condurre a termine la sua «riflessione». Mancherebbero a quel punto quasi due anni alla fine della legislatura: un tempo probabilmente sufficiente per portare la legge in Parlamento e farla approvare. Ma, parallelamente, il Ministero della Sanità prepara altre modifiche legislative sulla «morte degna», per garantire ai malati terminali un trattamento medico che risparmi loro terribili sofferenze nella fase dell’agonia. Conilpasso ulteriore, il riconoscimento del suicidio assistito, la legge darebbe al malato la possibilità di ricevere un aiuto per porre fine alla sua vita, anche se non si trovasse in una situazione terminale. Una norma che affiancherebbe la Spagna a paesi come il Belgio e l’Olanda, dove i medici sono autorizzati a fornire ai malati una combinazione di farmaci letali, sempre che questi ne abbiano fatto richiesta quando erano ancora pienamente coscienti, mentre in Svizzera è un vuoto legislativo a permettere più o meno la stessa procedura.
La bomba-eutanasia è stata appena lanciata, ma le prime, durissime reazioni non hanno tardato ad arrivare. «Hanno rinunciato ai trattamenti palliativi, non parlano più di morte degna ma di suicidio assistito», si scandalizza il portavoce del Partito Popolare Esteban Gonzalez Pons, secondo il quale il governo sembra voler «liquidare il personale a carico della Previdenza sociale» e, allo stesso tempo, sviare l’attenzione dai suoi «fallimenti in politica economica». Critiche a raffica anche sulle onde di Cadena Cope. Intervistata dalla radio della Conferenza episcopale, la direttrice della cattedra di bioetica dell’Unesco, Dolores Vila-Coro, assicura che «cercare la dignità dell’essere umano non è aiutarlo a morire, ma a vivere».