In Italia ci sono 5500 persone affette da SLA (una ogni 50 mila ogni anno), la sclerosi laterale amiotrofica, quella terribile malattia degenerativa e progressiva che colpisce il sistema nervoso e porta alla paralisi. Un male che nel mondo del calcio è tristemente conosciuto per il numero di vittime (già 15) che ha mietuto e le cui cause sono ancora scientificamente ignote. Ieri sera sul nuovo canale SkySport 24 si è parlato di SLA, conosciuta anche come Morbo di Lou Gehrig, dal nome del giocatore americano di baseball che per primo ne fu colpito. La tv satellitare l`ha fatto con la toccante testimonianza di Stefano Borgonovo, 44 anni, ex centravanti della Fiorentina di Roberto Baggio e del Milan di Arrigo Sacchi. Nel 2005 Borgonovo ha scoperto la malattia, che ora è in uno stadio molto avanzato. Adesso è immobilizzato e comunica, come faceva Pier Giorgio Welby, attraverso un computer che traduce in parole elettroniche un movimento degli occhi o un impalpabile battito di palpebre. Lotta con lo stesso coraggio con cui una volta si buttava su un pallone vagante in area di rigore per cercare il gol. Stefano è stato a lungo all`ospedale Niguarda dove c`è un centro all`avanguardia per la cura della SLA.
Duemila metri quadrati con tutti i macchinari più sofisticati e un`equipe medica di prim`ordine, con 25 posti letto per i degenti e 4 per il dayhospital. A creare questo reparto in cui si cerca di alleviare le terribili sofferenze dei malati, è stato l`oncologo Stefano Melazzini, presidente dell`Aisla (sito internet www.aisla.it), anch`egli affetto dallo stesso male. Melazzini ha segnalato la presenza di Borgonovo al Nemo di Niguarda a Massimo Mauro, che con Luca Vialli ha creato una fondazione per la raccolta di fondi contro la SLA. Mauro ha incontrato l`ex giocatore, l`ha convinto a diventare testimonial della lotta alla malattia, ha soprattutto trovato un uomo coraggioso, lucido, pronto a collaborare e per nulla disposto a firmare la resa. Stefano non pensa all`eutanasia, anzi, vuole restare in campo per contribuire a incrementare la ricerca e reperire fondi per macchinari che sono molto costosi. Attraverso il computer che gli permette di comunicare con la moglie e i quattro figli, ha potuto rispondere alle domande che Mauro gli ha posto incontrandolo mercoledì nella sua abitazione milanese.
Stefano vi ritorna quando le sofferenze gli concedono tregua e le cure diventano meno martellanti. Parole mai scandite dalla disperazione e che in taluni momenti si sono trasformate perfino in un inno alla vita. Ha scagionato il calcio: «Io tornerei in campo, non è provato in nessun modo che giocare a pallone possa causare la SLA. Continuerò a dare il mio contributo, perché si riesca a trovare una cura». Mai lontano dalla quotidianità, segue con partecipazione le vicende del mondo che sta fuori dalla sua finestra. L`ha colpito il dramma di Pessotto: «La vita non si getta mai via. Sono contento che ora stia bene. Non bisogna distruggere il bene più prezioso che abbiamo». L`8 ottobre Fiorentina e Milan si affronteranno in una partita in suo onore allo stadio Franchi. Un gesto che gli è piaciuto: «Ringrazio Galliani e Della Valle, con questa iniziativa mi hanno reso felice». Borgonovo sarebbe ancor più contento se la A e la B devolvessero una percentuale dell`incasso di una giornata di campionato all`Aisla. Una proposta che Massimo Mauro ha fatto anche sua e che spera di poter trasformare presto in realtà.