Prossimo divieto, i trapianti ?

di Alessandro Litta Modignani

Come Walter Veltroni ci avvisa che quella di Violante non è la linea del Pd sulla giustizia, così il Vaticano ci informa che quella di Lucetta Scaraffia non è la linea della Santa Sede sulla morte cerebrale. Vista così, si potrebbe buttarla sul ridere.In realtà, sulla bioetica, vengono al pettine nodi tremendi. Chi si illude di confinare il problema in un dotto e sereno confronto etico e giuridico, alla luce dei recenti progressi scientifici, è un’anima bella che non ha capito né i termini reali del problema né, soprattutto, la posta in gioco.

C’è sempre qualcuno più realista del Re, in questo caso più integralista del Papa. Giuliano Ferrara ce ne aveva dato un saggio con la sua lista kamikaze sull’aborto, Lucetta Scaraffia tenta la sortita sulla questione della morte cerebrale. "Nel quadro di una difesa assoluta e integrale della vita umana" (testuali parole) la Chiesa dovrebbe rivedere le sue posizioni. Identificare la persona con le sole attività cerebrali è in contraddizione con la dottrina cattolica, sostiene Scaraffia, che tenta di scavalcare le stesse gerarchie e di trascinare la Chiesa in una crociata oscurantista contro i trapianti, al punto da costringere il direttore della sala stampa vaticana a precisare che l’articolo in questione "non è un atto di magistero, né un documento pontificio, e neppure un editoriale".

A Lucetta Scaraffia non si può certo dire che faccia difetto la coerenza. Come si può, sembra dire, dichiarare la morte di un essere umano in carne e ossa, pesante e ingombrante in un letto d’ospedale, che respira "a cuore battente", e poi pretendere la tutela giuridica di un embrione che misura appena un settimo di micron, nel quale le prime cellule nervose faranno capolino solo 14 giorni più tardi ? La contraddizione è evidente. Perciò, se si accetta l’assunto della legge 40, si deve adesso aggredire non solo l’aborto, ma il concetto stesso di morte cerebrale. Tanto eccesso di zelo però non piace alle gerarchie, poco inclini a scatenare un conflitto dai prevedibili effetti boomerang. All’indomani del referendum, Ruini disse subito che la Chiesa non avrebbe chiesto modifiche alla legge 194, dimostrando di saper aspettare; lo stesso accade ora. Il vertici del Vaticano non sono così sciocchi da schierarsi apertamente contro i trapianti, esponendosi all’accusa di abbandonare a morte certa milioni di persone, per osservare un principio teologico. Solitamente, certe punte di fanatismo sono gradite come atto di cieca devozione da parte dei fedeli, ma sconsigliabili sul piano politico e pratico. Caricare a testa bassa piace ai Ferrara e alle Scaraffia, mentre i religiosi preferiscono lasciar fare alla Provvidenza.

Così come quella contro la fecondazione assistita è stata la prima battaglia del Movimento per la vita, finalizzata a far nascere meno bambini, altrettanto la lotta al concetto di morte cerebrale sembra il primo concreto impegno di Scienza & Vita, volto all’eliminazione di migliaia di esseri umani in attesa di trapianto. Non è un paradosso polemico: se diventasse legge il principio della difesa "assoluta e integrale" della vita, dal concepimento alla morte naturale, la conseguenza sarebbe questa. Sembra un incubo, ma i nemici della società aperta sono molto potenti.