Rimini – «Nel momento in cui nella società si pongono problemi nuovi, ed emergono situazioni prima sconosciute perché la scienza fa passi da gigante, è evidente che Stato sia chiamato ad assumersi la responsabilità di dare una risposta». Il vescovo Rino Fisichella, rettore della Lateranense e neopresidente della pontificia Accademia per la vita, fa una precisazione che non è solo lessicale, «ci sono una serie di situazioni che sono stare riferite al cosiddetto ` testamento biologico" ma possono esserci altre espressioni che fanno emergere più il senso della vita anziché la morte». Detto questo, però, «mi sembra del tutto opportuno che il Parlamento si occupi della questione», dice. Una sorta di apertura di credito a chi, come il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi, pdl, con altri cattolici dei due schieramenti, dopo aver avversato ogni sorta di legge sul testamento biologicoè arrivato alla conclusione che «il caso Eluana ha mostrato un vuoto legislativo» e quindi una legge va discussa in Parlamento: sorta di «male minore» per evitare «casi di eutanasia o decisioni discrezionali su vita e morte, magari in tribunale», ha detto Lupi al Corriere.
Il vescovo Fisichella, al Meeting di Cl, ha ripetuto tra gli applausi che «non c’è un primato della libertà» ma della vita: «Da noi non ci si potrà mai aspettare parole di morte ma solo di vita. Se per un attimo lo dimenticassimo, l’uomo di oggi sarebbe disperato». Un discorso forte («Potranno chiuderci la bocca, umiliarci, ucciderci, ma noi apparteniamo a Cristo, non a un momento ma alla storia, perché noi cristiani abbiamo fatto la storia!») nel quale ha condannato anche l’ormai famosa rana crocifissa «che grida vendetta all’arte, è una bestemmia contro l’arte perché l’arte è bellezza e non insulto».Ma qui si parla di ben altri rischi. Sfuma il confine tra eutanasia ed accanimento.
Sarebbe accettabile una legge come male minore?
«Sono già stati depositati alcun progetti di legge, altri a quanto pare ne arriveranno. Sollevando il conflitto di attribuzione, il Parlamento ha compiuto un gesto di grande responsabilità. Ora bisogna comprendere che non si tratta di legiferare di economia, ma di affrontare un tema che tocca il mistero stesso della vita, un mistero che sfugge allo scienziato, al politico e anche al teologo».
Come si fa?
«Credo che ci debba essere il più grande consenso. E che mai come in questo caso sia necessario il riferimento fondamentale alla legge naturale, frutto della ragione che riflette». Fisichella conclude: «Noi non possiamo intervenire sulla liceità o meno del Parlamento di decidere di una legge. Guarderemo ai contenuti, che sia a difesa della vita e della debolezza delle persone, delle famiglie che portano il peso più grande. E interverremo per verificare se questa legge ha in sé il rispetto pieno della dignità della persona».