di Giovanni Negri
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E visto che si dovrà partire da Palazzo Madama, il punto di riferimento per la discussione sarà verosimilmente il disegno di legge sottoscritto da 101 senatori (circa un terzo del totale), appartenenti in gran parte all’opposizione. Il provvedi- mento è stato predisposto dall’ex presidente della commissione Sanità del Senato, Ignazio Marino, oggi senatore del Pd, e prevede una «dichiarazione anticipata di trattamento» cui sono tenuti i cittadini, disponendo sui trattamenti sanitari che dovranno essere somministrati in futuro l’istituzione di un fiduciario, cui è affidato il compito di eseguire quanto disposto dall’interessato quando quest’ultimo non fosse più nelle condizioni di intendere e volere. Con la necessità di un consenso realmente informato, cui è condizionata l’applicazione del trattamento sanitario. Tutti aspetti sui quali un’approvazione allargata non appare né facile né scontata. Tanto più tenendo conto degli spigoli più ardui da smussare. Come quelli del disaccordo tra fiduciario e medico (chi prevale? Su quali basi? E chi decide: un giudice, uno specifico comitato etico?). Oppure la possibilità per il medico di fare obiezione di coscienza rispetto alla decisione del malato di sospensione del trattamento terapeutico. O ancora la considerazione da dare ai trattamenti artificiali di nutrizione e idratazione: vanno considerati alla stregua di vere e proprie terapie, rinunciabili dall’interessato, o no?