Eluana, stop al cibo artificiale

di Giovanni Negri

Etica e giustizia.I giudici di Milano decidono sulla donna in coma dal`92 – Il padre: vince lo stato di diritto. «Lei avrebbe voluto così» – Il Vaticano: di fatto e eutanasia, si può impugnare .

Per i giudici di Milano la vita di Eluana Englaro può finire. Va accolta la richiesta del tutore (il papà della giovane, oggi 35enne, che 16 anni fa fu vittima di un incidente stradale e da allora vive in coma irreversibile) di interruzione del trattamento di alimentazione e idratazione. Adesso, salvo un ricorso della Procura, starà a Beppino Englaro scegliere il momento per eseguire la pronuncia.  Con un decreto depositato ieri la Prima sezione civile della Corte d`appello, cui la decisione era stata rinviata dalla Cassazione nell`autunno scorso, hanno dovuto pesare da una parte la «necessità di tutela della vita biologica in sé e per sé considerata» e, dall`altra, «la valutazione dello straordinaria durata dello stato vegetativo permanente (e quindi irreversibile) di  Eluana». E di Eluana a rivelarsi determinante, sino a fare scrivere ai giudici di inevitabilità nell`accoglimento della richiesta del tutore, è stata anche, se non soprattutto la «straordinaria tensione del suo carattere verso la libertà nonché la inconciliabilità della sua concezione della dignità della vita con la perdita totale e irrecuperabile delle proprie facoltà motorie e psichiche e con la sopravvivenza solo biologica del suo corpo in uno stato di assoluta soggezione all`altrui volere».

«Ha vinto lo stato di diritto» è stato il primo commento di Beppino Englaro, il papà di Eluana.  Perché la Corte d`appello ha dovuto muoversi nei binari tracciati dalla Cassazione che, in sintesi, aveva chiamato i giudici milanesi a pronunciarsi sui due elementi chiave: l`irreversibilità dello stato vegetativo di Eluana e la ricostruzione della concezione che la ragazza aveva della dignità della persona. Un compito non facile. Soprattutto per il secondo aspetto, quello della volontà presunta, più che per il primo, visto che l`irreversibilità delle condizioni di salute della giovane è da tempo, in tutti i gradi di giudizio, stata considerata un drammatico punto fermo.  Quanto invece alla ricostruzione della personalità di Eluana, i giudici che in conclusione non nascondono la propria «partecipata personale sofferenza» hanno considerato determinanti le numerose testimonianze degli amici della giovane, oltre che del padre, tutti concordi nel ricordare che la giovane donna aveva più volte manifestato la propria convinzione di non volere essere sottoposta a cure forzate nel caso si fosse trovata in uno stato vegetativo.

Di fronte a questa concezione «perdono di rilievo» I`obbligo per il medico e il dove- re di solidarietà sociale di nutrire e idratare i malati non autosufficienti. Come pure non decisiva è stata la sottolineatura, fatta dal Pm, della formazione religiosa di Eluana.  Polemiche, come naturale, le reazioni dei rappresentati politici. Eugenia Roccella, sottosegretario al Welfare, contesta il fatto che «l`interruzione dell`alimentazione e dell`idratazione artificiale di Eluana quindi potrà essere eseguita ricostruendo una presunta volontà a posteriori, senza nemmeno una dichiarazione scritta». Monsignor Rino Fisichella, presidente della Pontificia accademia per la vita, denuncia la pronuncia come «di fatto un`azione di eutanasia», che potrà però essere ancora impugnata. Dal fronte Pd, invece, Anna Finnochiaro, Ignazio Marino e Felice Casson leggono la sentenza come un punto da cui ripartire per arrivare a una legge sul testamento biologico.