Mina Welby: Finalmente Eluana ha avuto giustizia

di Mina Welby
_MG_2544.JPG(Mina Welby)

La mia determinazione per aiutare Eluana perché si esaudisse il suo desiderio di accettazione della propria morte da parte anche della politica e di tutta la società civile, come lei stessa aveva dichiarato al padre ed agli amici quando era ancora in vita, mi veniva dalle dichiarazioni di Piergiorgio Welby quando era ancora in vita. Il 23.11.2002 Piergiorgio Welby scrisse:
"A volte non siamo noi a decidere di quali problemi occuparci, ci sono nodi gordiani che troviamo sulla nostra strada e non possiamo evitare di tentare di sciogliere. Credo che, ai nostri giorni, uno di questi nodi ineludibili sia l’accanimento terapeutico ed il diritto dei malati ad una terapia medica che non ignori la persona e che non dimentichi di avere a che fare con un uomo il cui volere deve esser rispettato. Le tecniche di rianimazione e gli strumenti che simulano o supportano alcune funzioni vitali hanno creato, in non pochi casi, una dicotomia insanabile tra ciò che è vita e quella "morte sospesa" che è il risultato di molti accanimenti. Dai membri del Comitato ci si aspetta una parola di chiarezza, un colpo di gladio che, spezzando il nodo, legalizzi il Testamento Biologico e restituisca alla vita e alla morte la loro dignità."

La dignità della vita, Eluana l’ha sicuramente vissuta e ne sono testimoni i suoi genitori e i suoi amici che desideravano, anche se con tristezza, il compimento di una morte dignitosa che fino ad oggi era dolorosamente sospesa. Per chi crede la vita terrena cambia solo dimensione. Penso che per Eluana questo sia avvenuto già molto tempo fa. E comunque sia, la volontà della persona deve essere rispettata. È questo che sancisce la nostra Costituzione nell’art. 32: Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana. E l’art. 13 inizia: la libertà personale è inviolabile. Eluana è stata per sedici anni ostaggio della medicina a causa della controversa questione dell’alimentazione ed idratazione artificiale. Ma cosa c’è di naturale in un sondino che ti deve essere inserito da un medico, e anche il cibo che ti viene somministrato con una macchina programmata è un cibo artificiale composto chimicamente in un laboratorio? Ammiro le persone che con grande abnegazione assistono i corpi dei loro cari in stato vegetativo permanente. Preferisco però mettermi dalla parte dell’assistito e vorrei che fosse lui a parlare.

Mi appello al Parlamento del mio paese che recepisca questa sentenza del giudice d’appello di Milano e metta in calendario la discussione su una legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento. È un atto dovuto della nostra politica colmare un vuoto nella legislazione, un segnale che attendono i cittadini italiani verso il rispetto delle persone e i diritti civili. Sarebbe una legge che tutela la volontà della persona e il medico che deve decidere sulle terapie da applicare. Un semplice documento redatto anticipatamente per il caso in cui una persona non avesse la facoltà di decidere per se stessa.

La sentenza per Eluana è un’altra tessera del mosaico sui diritti delle persone che si sta componendo. Ma non può essere la giustizia a supplire il vuoto della politica. È la politica che deve prendersi l’onere di dare le direttive nelle leggi che rispettino i diritti dei cittadini.