Omissione di vita

Ex ministro Cdu di Amburgo offre aiuto a morire. Bettina, ex infermiera, per non finire in ospizio si suicida col suo aiuto. C`è il filmato. Ma perché non l`ha convinta a vivere? "Non rientrava neWorizzonte delle mie opzioni"

 Bettina Schardt, infermiera specializzata in pensione, avrebbe compiuto 80 an- ni tra due mesi. Non era affetta da grave malattia, non era indigente. Aveva solo una paura terribile di finire un giorno in una casa di riposo. Per questo, sabato a mezzogiorno ha assunto una pozione letale di sedativi e farmaci antimalaria. A fornirglieli, indicando anche il dosaggio, è stato Roger Kuschner. Ex politico Cdu, ex ministro della Giustizia nella città stato di Amburgo, -che dopo la disfatta del suo neonato partito "Heimat Hamburg" nelle amministrative, ha deciso di voltare pagina. Così in marzo, dalle colonne della Bild Zeitung, aveva fatto sapere che d`ora in poi si sarebbe concentrato soltanto sulla Dr. Roger Sterbehilfe, l`associazione per l`aiuto a morire – cioè all`Euthanasie, parola tabù in Germania da lui appena fondata.

In quell`occasione aveva presentato anche la sua macchina letale (Tòtungsmaschine), un marchingegno dotato di una siringa contenente un cocktail di farmaci. La persona decisa a morire doveva soltanto azionare un pulsante. Un gesto compiuto in assoluta autonomia, che scagiona giuridicamente il "fornitore" dell`apparecchio. Stando a quanto raccontato da Kuschner in un`affollata conferenza stampa convocata da lui lunedì, era stata proprio quell`intervista `a indurre la signora Schardt a contattarlo. Erano seguite poi diverse telefonate e anche tre visite di Kuschner a Wùrzburg, dove l`anziana signora risiedeva. Kuschner, per illustrare anche visivamente il suo primo caso di dolce morte, aveva ripreso gli incontri, spezzoni dei quali ha mostrato lunedì.

La signora Schardt, consigliata da lui, così spiegava Kuschner, ha però preferito ingerire i farmaci per via orale, garantendo questa modalità un effetto più sicuro. Alla domanda dei giornalisti perché mai non avesse cercato di dissuadere la signora dal proposito, Kuschner ha risposto laconicamente: "Non rientrava nell`orizzonte delle mie opzioni". Non rispettare la volontà, il libero arbitrio, della signora era, a suo avviso, un`assoluta mancanza di rispetto. La magistratura ha aperto un`inchiesta, ma è difficile che Kuschner rischi penalmente. Ha infatti lasciato la casa della signora Schardt prima che lei ingerisse la pozione letale, evitando i così l`accusa di omissione di soccorso. Vi è tornato invece tre ore dopo per smontare la videocamera che ha filmato anche gli ultimi attimi di vita dell`anziana.

Immediata la replica del ministro della Sanità Ulla Schmidt (Spd) che si è affrettata a commentare: "Sono assolutamente contraria all`aiuto a morire, non è questa la strada da perseguire". La persona in fin di vita va accompagnata verso una morte dignitosa. Mentre per gli anziani in generale il governo sta elaborando una riforma sull`assistenza che "deve permettere a chiunque lo voglia di poter restare il più a lungo possibile e il più autonomamente possibile a casa propria". Più duro ancora il presidente dell`Associazione dei medici tedeschi che ha definito Kuschner "un cinico che ha sfruttato la solitudine di una donna anziana per mettersi in mostra", No, insomma al suicidio su ordinazione.

Ma c`è anche chi ha risollevato il problema di un dibattito sull`eutanasia che ciclicamente ritorna in Germania. Così Wolfgang Prosinger sul Tagesspiegel, pur criticando la spettacolarità che Kuschner ha voluto dare al caso, vi intravede (ragionando in stretto ambito giuridico) anche una provocazione positiva. Premesso che – spiega Posinger l`aiuto a morire è giustamente vietato in Germania, perché viola il tabù che nessuno può uccidere un altro essere e perché è una pratica indubbiamente esposta ad abusi, il caso di Kuschner non rìentra però in questo novero. Si tratta piuttosto di aiuto al suicidio e in Germania, questo, così come il suicidio stesso, non sono penalmente perseguibili. E` infatti la persona direttamente interessata che si toglie la vita. Ma se giuridicamente le cose stanno così perché l`essere poi materialmente presente nel momento del suicidio è passibile di incriminazione i per "omissione di soccorso"?