Bari, paura del bimbo senza reni

Paura, trepidazione e poi ancora una volta speranza per il piccolo Davide, il neonato di 50 giorni, figlio di una coppia di Foggia, protagonista nelle scorse settimane di un caso di bioetica «alla Welby». Lunedì sera, le condizioni del piccolo, colpito da «sindrome di Potter» (è nato senza i reni e gli ureteri e con i piedini storti), sono improvvisamente peggiorate. Davide, che era ricoverato nell`ospedale pediatrico «Giovanni XXIII» ed era sottoposto quotidianamente alla dialisi, ha avuto tre collassi consecutivi. Dì qui la decisione dei medici di trasferirlo nel reparto di Neonatologia del Policlinico, diretto dal professor Nicola Laforgia.

Giunto nel grande ospedale, il neonato è stato subito intubato e sottoposto a terapia intensiva, mentre la dialisi è stata alleggerita (viene praticata a giorni alterni) e gli è stata applicata una flebo per il sostentamento. In effetti, da qualche giorno Davide si stava alimentando succhiando latte artificiale da un biberon. I genitori hanno vissuto due giorni da incubo, fino a quando, ieri mattina, Davide ha ricominciato a respirare da solo. E quindi è stato possibile staccarlo dal respiratore artificiale. Per ora il nutrì- mento è affidato a una flebo, e la dialisi resta a giorni alterni. Il caso di Davide somiglia, per certi versi, alla vicenda di Piergiorgio Welby, l’uomo che circa un anno fa chiese e ottenne di farsi «staccare la spina». A maggio, il Tribunale per i minorenni, su segnalazione di un medico di Foggia, sospese la potestà dei genitori, perché – il motivo addotto – avrebbero tentennato sulle decisioni terapeutiche, nominando lo specialista come tutore del paziente. Nel frattempo, Davide era stato trasferito al «Giovanni XXIII» di Bari.

Il 31 maggio, sentiti i genitori, i giudici minorili ripristinarono la potestà, assicurando che avrebbero «vigilato» sulle cure. La famiglia del piccolo, papà operaio, mamma casalinga più due fratellini, ha trovato ospitalità, a Bari, nella casa di accoglienza dell’ Agebeo, l’associazione che assiste i bambini ammalati di leucemia. Ha trovato anche l`amicizia dei soci Agebeo, e in particolare del presidente Michele Farina e di sua moglie Chiara. Il fratellino Antonio, sei anni, grazie all’Agebeo, ieri sera ha coronato il suo sogno: un giro in città su un bolide, una «Maserati Merak 3,000», guidata dal pilota Michele Arcieri.