Brown, Cameron e i figli malati. I nemici fanno asse sugli embrioni

di Guido Santevecchi
Palace of WestminsterWestminster

LONDRA – Gordon Brown e David Cameron sono impegnati in una battaglia politica spietata che scende spesso sul fronte degli attacchi personali: in Parlamento si danno abitualmente dell’«incompetente» e del «privo di idee e convinzioni». Ma ieri sera a Westminster il primo ministro laburista e il leader conservatore si sono schierati dalla stessa parte della barricata per dare agli scienziati britannici la possibilità di creare in laboratorio embrioni ibridi uomo-animale (i cosiddetti embrioni-chimera). La Legge sull’Embriologia, avversata dalla Chiesa cattolica e da organizzazioni etiche, è stata approvata con 336 sì e 176 no.

Siccome il governo ha una maggioranza di 56 seggi, il risultato significa che un centinaio di membri dell’opposizione hanno seguito Cameron nel sostegno all`avversario Brown. Ma si sono schierati contro il governo tre ministri laburisti di fede cattolica (tra cui la nordirlandese Ruth Kelly e il titolare della Difesa Des Browne) e si sono opposti anche molti deputati Tory. Nella polemica che ha preceduto il voto era intervenuto con forza il cardinale cattolico Keith O’Brien, che aveva ammonito: «Siamo di fronte a un attacco mostruoso alla dignità umana e alla vita, a manipolazioni degne di Frankenstein».
Per evitare una spaccatura irreparabile che gli avrebbe imposto di licenziare gente come la Kelly e Browne in un momento in cui il governo è già in grave difficoltà, Gordon Brown aveva concesso il voto di coscienza. Lui però non ha dubbi, è convinto che non si debba «voltare la schiena alla ricerca: lo dobbiamo alle generazioni future, perché questi studi potranno salvare o migliorare le condizioni di vita di milioni di persone».
Il capo del governo è molto sensibile agli studi sulle cellule staminali, anche perché il suo bambino più piccolo, Fraser che ha due anni, è malato di fibrosi cistica. Si tratta di una patologia grave che colpisce le funzioni respiratorie e per la quale gli esperimenti sugli embrioni e le cellule staminali potrebbero trovare una cura. «Sapete, per combattere questa malattia bisogna fare molto sport, bisogna correre per rinforzare i polmoni», ha detto Brown parlando del piccolo Fraser e ha concluso tradendo per una volta la commozione: «Io voglio che cresca e giochi a calcio, che possa giocare anche a rugby». Per questo il primo ministro, che pure è figlio di un pastore della Chiesa di Scozia, si è affidato alla scienza più ardita ed eticamente controversa: quella che fondendo materiale genetico umano e animale punta a creare tessuti cerebrali o cardiaci immuni da malattie oggi incurabili.
Anche David Cameron ha un bambino molto malato. Si chiama Ivan, ha sei anni e soffre di una sindrome cerebrale associata a epilessia. «Chi ha un figlio colpito da una condizione genetica sa quanto sia importante la ricerca. Ma io so anche quanto sia utile avere un dibattito aperto in Parlamento», ha detto il leader Tory.
II pacchetto presentato ai Comuni sotto il titolo Human Fertilisation and Embryology Bill contiene una revisione di leggi approvate nel 1990. Secondo il governo, i progressi compiuti dalla scienza in quasi vent’anni impongono un aggiornamento. Oltre a consentire ai laboratori del Regno Unito di creare embrioni ibridi su cui coltivare cellule staminali entro il limite di 14 giorni (a Newcastle hanno cominciato ad aprile), le nuove norme ammettono la selezione di embrioni per far nascere bambini con tessuti che possano essere usati per curare un fratello o una sorella malati. Anche su questo punto Brown e Cameron hanno votato insieme, contro le accuse dei movimenti etici secondo i quali il rischio è di mettere al mondo bambini non per amarli ma per usarli come «serbatoi .di tessuti in esperimenti da ingegneria genetica».
Nel dibattito ieri ci sono stati scontri verbali duri tra deputati conservatori a favore e contro: «Stiamo superando i confini della morale, ci dicono che creando embrioni ibridi si potranno curare malattie come Parkinson e Alzheimer, ma non c’è alcuna prova scientifica», ha detto Ann Widdecombe, cattolica. E ha ricordato: «Quando le manipolazioni di embrioni sono cominciate nel 199o ci avevano promesso le stesse cose e 18 anni e 2.2 milioni di embrioni dopo non abbiamo visto alcun progresso medico».
L’asse tra Brown e Cameron si spezzerà questa sera, quando si voterà su un emendamento per abbassare il limite per l’aborto che ora in Gran Bretagna è fissato a 24 settimane. I progressi della medicina e delle pratiche di rianimazione dei prematuri hanno portato molti parlamentari a chiedere di far scendere il limite a 22 0 20 settimane. Il governo si oppone, ma David Cameron ha annunciato che voterà per la limitazione e il risultato è in bilico.