Gli infermieri: “No all’eutanasia”

  ROMA – Obiezione di coscienza  all`eutanasia. Il nuovo codice  deontologico degli infermieri  è ormai in dirittura d`arrivo.  La federazione nazionale dei  collegi Ipasvi ha iniziato ieri a  Roma l`esame delle nuove regole  che riguardano la professione  di 360 mila operatori sanitari.  Le principali novità sono quelle  che impegnano gli infermieri  sui temi etici. Ecco i punti principali.  Obiezione di coscienza: «nel  caso di conflitti determinati da  diverse visioni etiche, si impegna  a trovare una soluzione attraverso  il dialogo. Qualora vi  fosse o persistesse una richiesta  di attività in contrasto con i principi  etici della professione e con  i propri valori, si avvale dell`obiezione  di coscienza», facendo-  si però «garante delle prestazioni  necessarie per l`incolumità e  la vita dell`assistito».  

 Accanimento terapeutico:  «tutela la volontà dell`assistito di  porre dei limiti agli interventi  che non siano proporzionati alla  sua condizione clinica coerenti  con la concezione da lui espressa  della qualità della vita, quando  l`assistito non è in grado di  manifestare la propria volontà  tiene conto di quanto da lui  espresso in precedenza e documentato.  Eutanasia: «l`infermiere  non partecipa a interventi finalizzati  a procurare la morte,  anche se la richiesta proviene  dall`assistito.  Le altre novità riguardano le  modalità di assistenza: l`infermiere  orienterà la sua azione «al  bene dell`assistito di cui attiverà  le risorse sostenendolo nel raggiungimento  della maggiore autonomia  possibile anche quando vi sia disabilità, svantaggio,  fragilità.

 

 Sperimentazione: «riconosce  il valore della sperimentazione  clinica e assistenziale», ma «si  astiene dal partecipare a sperimentazioni  nelle quali l`interesse  del singolo sia subordinato all`interesse  della società».  Critico sull`obiezione di coscienza  Amedeo Santosuosso,  docente all`università di Pavia e  magistrato presso la corte d`Appello  di Milano. «Il richiamo all`obiezione  di coscienza» così  come presentato nel nuovo codice  deontologico degli infermieri,  «non solo non è vincolante,  ma è illegittimo», commenta  Santosuosso.

 

«L`obiezione di  coscienza – spiega il giurista è  una eccezione che va riconosciuta  dalla legge, e che risponde  al principio dettato dalla Costituzione  della libertà di coscienza.  Dove non esista una legge   specifica non esiste la possibilità  di violare il contratto di servizio  che si ha con il proprio datore di  lavoro ma anche con i pazienti».  Il pericolo maggiore sta «nel riferimento  non solo ai valori etici  della professione – aggiunge ma  a quelli personali.  Sembra che ci sia l`intenzione  di estendere al di là della legge  194 la possibilità dell`obiezione  di coscienza, che potrebbe coinvolgere  anche i trattamenti estetici,  la fecondazione assistita, il  cambiamento di sesso. Non si  può fare infermierismo `a la carte`  – conclude – l`obiezione  non può essere esercitata in modo  `privato`, senza leggi che la  vincolino». Replica Annalisa Silvestro,  segretaria nazionale dell`Ipasvi:  «Rispetto il pensiero di  Santosuosso, anche se sono convinta  è doveroso che gli operatori  sanitari vengano tutelati nella  difesa dei propri valori etici. Siamo  pronti al dialogo con tutti».