di C.Massi
Dopo la sentenza del Tar del Lazio che ha dato il via libera alla diagnosi preimpianto nella fecondazione assistita nascono dubbi, attese e speranze. Dubbi dei medici, che ancora non sanno da quando potranno accettare le richieste delle coppie sterili a rischio di malattie genetiche, attese e speranze di uomini e donne pronti ad andare all`estero per poter avere la certezza di un figlio sano. La legge 40 è in vigore da oltre tre anni e, da allora, sono state interrotte le diagnosi sugli embrioni. Ieri, gli ambulatori sono stati tempestati di telefonate ma i medici non erano ancora pronti. La sentenza del Tar ha cancellato l`indicazione sulla diagnosi preimpianto dalle linee guida della legge 40 sulla fecondazione. Linee che sono scadute ad agosto scorso. Proprio per questo mese era stata stata annunciata, dal ministro della Salute Livia Turco, l`uscita delle nuove norme applicative. In realtà, gli addetti~ai lavori, sono certi che, da settimane, il fascicolo completo è sulla scrivania del ministro. Sarebbe stata la prevedibile reazione dei cattolici all`interno del governo Prodi (la teodem Paola Binetti in testa)a rallentare la pubblicazione. Due i punti dolenti che porterebbero ad una sostanziale correzione dello spirito delle linee applicative: il primo è la diagnosi preimpianto, il secondo la crioconservazione. Il Tar ha rimosso il veto all`esame sull`embrione ma le nuove regole sembrano andare oltre. Aprirebbero alla fecondazione assistita anche alle coppie non sterili a rischio trasmissione malattie virali e genetiche. Alcuni mesi fa il Consiglio superiore di sanità ha detto sì alla tecnica per gli uornini e le donne (anche non sterili) ma colpiti dal virus dell`Aids, l`Hiv. Il permesso potrebbe, secondo le nuove norme, essere esteso anche alle coppie a rischio talassemia o emofilia. Una selezione eugenetica, bollano i ricercatori cattolici. Che temono un ulteriore allargamento dei permessi per accedere alle tecniche di fecondazione assistita. Di qui, il lento passo con il quale, fino ad oggi, si è proceduto nel pubblicizzare le linee guida redatte negli ultimi mesi. Altro punto controverso e verso il quale gli esperti sarebbero arrivati all`unanimità è la crioconservazione finora vietata: si sarebbe deciso di dare il via libera al congelamento prima che avvenga la fusione tra i due patrimoni genetici. Quin- di, prima della formazione vera e propria dell`embrione. Che la sentenza del Tar abbia, comunque, scatenato una situazione di rottura lo dimostra anche l`annuncio che centinaia di pazienti (molti di quelli che sono andati all`estero a fare la diagnosi preimpianto) si sarebbero decisi a chiedere un rimborso e a portare i loro casi in tribunale. Già da oggi, i centri più attrezzati dicono che partiranno con l`esame dell`embrione mentre altri hanno bisognao di tempo per rimettere in sesto i macchinari, i reagenti e l`organizzazione del laboratorio. «Le coppie che ci chiamano sono tante spiega Filomena Gallo legale di due associazioni che hanno fatto ricorso al tribunale amministrativo, "Amica cicogna" e "L`altra cicogna" – soprattutto quelle pronte per andare all`estero. Noi rispondiamo che i centri possono fare diagnosi preimpianto e che questo non comporta nessun reato alla luce della legeg 40».