Commento all’articolo ” Nati in provetta dopo la legge 40″ , pubblicato l’1 novembre a pag. 22 del numero 554

Caro Direttore,

il Professore La Sala, autore dell’articolo, è una delle pochissime voci Italiane che  da sempre afferma che la Legge 40/2004  non ha prodotto effetti  negativi sulla efficacia, efficienza e sicurezza delle tecniche PMA. In uno studio pubblicato sulla rivista  RBM Online nel 2006 , il Prof. La Sala afferma addirittura che la percentuale di  gravidanza è aumentata dal 14% al 18%.

Come Lei certamente saprà, oltre 400 operatori del campo specifico e tutte le Società scientifiche di Medicina della Riproduzione affermano esattamente il contrario, così come del resto appare dai primi dati raccolti per il Registro dall’Istituto Superiore di Sanità.

Non vi siete chiesti il perchè di questa discrepanza ? La risposta è molto semplice.

Con tutta la stima che nutriamo  per il Professore La Sala  per il suo grande  impegno   nella  organizzazione di un Centro PMA in ambito pubblico, se confrontiamo i dati da Lui pubblicati  con quelli riportati dai vari Registri nazionali ed internazionali, la percentuale di gravidanza  è decisamente inferiore alla media, sia nel suo periodo precedente che successivo alla Legge. Per fortuna, anche la media Italiana del post-Legge rimane superiore a quella del Centro di Reggio Emilia:  la percentuale di parti sul numero di prelievi di ovociti è risultata di circa il 16% ( dati del registro ISS  2005), contro il 13% del Prof.  La Sala. 

Per quanto riguarda poi il rischio di gravidanze trigemine, non si riporta il fatto che il Centro di Reggio Emilia non  poteva congelare  embrioni prima della Legge e, quindi, doveva trasferire tutti gli embrioni sviluppati, fossero anche  ben superiori a tre, esponendo le pazienti ad un inutile  elevato rischio di gravidanze plurime.  E’ ovvio che dopo la Legge il  suo Centro abbia registrato  un calo delle  gravidanze trigemine per i limiti imposti dalla Legge stessa, ma questo risultato ( e anche migliore !) poteva essere raggiunto molti anni prima : bastava seguire  le raccomandazioni che venivano da più parti ( compresa la Organizzazione Mondiale della Sanità) di trasferire meno embrioni e crioconservare gli altri per  offrire alle coppie il massimo delle possibilità con  il minimo dei rischi.

Nel Centro che dirigiamo,  non sono mai stati trasferiti più di due embrioni  dal 1998 al  marzo 2004,  momento in cui la Legge 40 ci  ha  nuovamente obbligato a trasferirne  anche tre.  Seguendo quella che da anni è considerata una buona pratica medica nella PMA,  la percentuale di parti per prelievo di ovociti nel nostro Centro è stata , nei sei  anni precedenti la Legge, del 27%  e con nessuna gravidanza tripla. Dopo la legge, la percentuale si è ridotta al 19% e sono ricomparse le gravidanze triple.

L’articolo pubblicato nel vostro settimanale "Salute" non fa che confermare i timori che da molte parti venivano sollevati e, cioè, che la Legge 40 avrebbe livellato verso il basso i risultati della PMA. In altre parole, i Centri  Italiani con basse percentuali di successo non avrebbero subito una ulteriore riduzione, ma i Centri con percentuali più elevate ( in linea con la media Europea e con i Centri di eccellenza ) avrebbero visto ridurre le proprie percentuali verso  i valori dei Centri di minore qualità, anzichè continuare ad operare per un ulteriore miglioramento  nell’interesse dei pazienti, dei futuri nascituri e degli embrioni stessi.

Dottoressa Anna Pia Ferraretti, Direttore Scientifico S.I.S.Me.R 

Dottor Luca Gianaroli, Direttore Scientifico S.I.S.Me.R. System

In nome di una corretta informazione, chiediamo fortemente che questo commento venga pubblicato.

 

S.I.S.Me.R. Società Italiana di Studi della Medicina della Riproduzione, via Mazzini 12 – Bologna