Ma l’ala cattolica attacca i laici: troppo orgoglio, sull’etica più cautela

di Goffredo De Marchis
Lettera di protesta ai capigruppo dell’Ulivo per la relazione di Rodotà al forum di Frascati. Firmano Binetti, Bobba, Carra e Baio. La lettera è gia partita.

«Caro capogruppo, ti esprimiamo il nostro disagio per come il professor Rodotà ha presentato il punto di vista laico sui temi della bioetica». Un messaggio spedito ieri ad Anna Finocchiaro e Dario Franceschini, numeri uno del l’Ulivo al Senato e alla Camera. In calce le firme di quelli che ormai si autodefiniscono «teo-dem», costruttori del Partito democratico, ma anche profondamente cattolici. Tutti della Margherita, tutti vicini a Francesco Rutelli: Paola Binetti, Enzo Carra, Luigi Bobba, Emanuela Baio. A loro non sono piaciuti gli argomenti usati dal “laico dichiarato” Rodotà chiamato ad esprimere la sua analisi nel seminario dei gruppi parlamentari dell’Ulivo, lunedì pomeriggio. La Binetti è categorica: “Rodotà rappresenta il vecchio. Così non si fanno passi avanti per l’unificazione tra Ds e Margherita. L’ex garante della privacy è stato in verità molto applaudito.

Ma la cattolica prodiana Albertina Soliani non si meraviglia : «In questa platea i due terzi sono ds, non poteva essere diversamente». Lei non firma, però condivide il malumore dei «teo-dem». «Rodotà ha rivendicato l’orgoglio dei laici. Ma è rimasto fermo al passato, alle posizioni di partenza osserva la Soliani . Invece noi dobbiamo guardare al futuro se vogliamo camminare insieme. Dovrebbe leggere quello che ha detto Armatya Sen a Mantova qualche giorno fa. Ognuno di noi ha già assorbito il meticciato dell’identità. E’ cattolico, ma anche un po’ laico. E viceversa». Il lungo intervento di Rodotèà, chiamato a confrontarsi con il cattolico Leopoldo Elia sui temi etica mente sensibili, aveva subito provocato la reazione dei cattolici ulivisti. Rodotà aveva difeso «la visione laica», spiegato che la Chiesa non ha «il monopolio dei valori».

E aveva avvertito: «I Pacs e il testamento biologico sono già presenti in alcuni trattati internazionali che l’Italia ha ratificato. Dobbiamo essere coerenti. I capannelli della sera prima, nelle sale affrescate di Villa Tuscolana a Frascati dove si è celebrata la due giorni dell’Ulivo, si sono trasformati ieri mattina e poi a pranzo, sotto i gazebo bianchi del parco, in repliche ufficiali. Carra si è seduto al tavolo con Donna Bianchi, Nicodemo Oliverio, Anna Maria Merloni e la Baio. Toni accesi, tra una portata e l’altra. Che Carra sintetizza così: «Non si è capito perchè hanno fatto parlare Rodotà. E’ riuscito a far innervosire tanti. Siamo preoccupati: i gruppi unici, così come sono nati, possono sfasciarsi su queste scelte delicate». Franceschini ha dovuto faticosamente evitare lo strappo plateale in un contesto unitario ben riuscito sul resto. Fassino ha accusato i giornali di aver evidenziato solo i dissensi.

Ma il tema c’è. Lo sa bene la Finocchiaro che non ha sconfessato Rodotà precisando però che l’Ulivo è più avanti nella sintesi, come dimostra la mozione comune sulle staminali sottoscritta al Senato. «Rodotà ed Elia hanno fotografato i rispettivi dati cultur li. Il loro era un contributo, direi una fotografia di partenza. Chi oggi si lamenta non ha capitolo spirito dei due interventi », dice la capogruppo. Qualcuno però nell’ultima giornata del seminario parla di incidente serio. «Abbiamo perso una buona occasione per gettare le basi di un confronto sul nodo cruciale – dice la Baio- . Le parole di Rodotà mi hanno sorpreso negativamente, il dialogo non si fa in questo modo». Persino sulle citazioni dei trattati europei, la Baio attacca: «Libere interpretazioni di un laico». Carra rincara la dose: «Non vogliamo fare finta di niente. Non accettiamo un dibattito sul pensiero unico, quello proposto da Rodotà è un precotto indigeribile». Insomma, riparte la campagna delle lettere, dei documenti dei credenti, della raccolta di firme.

E non basta Grillini ad arginare la contestazione. «Se il manifesto del Partito democratico e quello di Rodota spiega il leader gay io supero lo scetticismo sul nuovo soggetto e lo sottoscrivo subito”. Tra la fine di settembre e ottobre riparte la campagna dei cattolici. Alla fine del mese (dal 29) l’associazione degli ex popolari ha convocato a Chianciano i suoi aderenti, per un convegno promosso da Beppe Fioroni, Pierluigi Casta goetti e Francesco Garofani. Sara l’occasione per rispondere, agi tando i valori cattolici, a quella che viene considerata la controffensiva laica. E non ci saranno solo gli ex ppi. Dopo gli esiti del seminario, la Merloni ha chiesto ieri di essere invitata. Negli stessi giorni ad Assisi si riuniscono i cristiano-sociali (Ds) di Mimmo Luca. Dal 12 al 14 ottobre invece a Roma si riuniscono i «teo-dem» capeggiati dalla Binetti e da Carra. E lì ci sarà anche Rutelli.