Una nomina che accende la miccia della polemica non solo tra Cdl e Unione, ma anche all’interno del centrosinistra, dove il conflitto carsico tra laici e cattolici riaffiora in superficie. L’incarico viene letto da molti nel centrodestra come una provocazione, un tentativo di svuotare di contenuto la legge 40, attraverso il cavallo di Troia dello «stravolgimento delle linee guida». Per questo 17 senatori dell’opposizione, primo firmatario Alfredo Mantovano (An), hanno presentato un’interpellanza in cui contestano la scelta della Cossutta e ricordano che l’ex parlamentare nella scorsa legislatura è stata una strenua avversaria della legge 40. «La principale oppositrice – specifica Mantovano – dal momento che Cossutta fu la relatrice di minoranza di quella legge».
Una norma che il centrosinistra (ad eccezione di Udeur e Margherita) ha tentato inutilmente di abrogare l’anno scorso con il referendum naufragato per il mancato quorum. E che il centrodestra ha paura ora di vedere messa in discussione «in maniera surrettizia». Tanto che Isabella Bertolini (Fi) definisce l’incarico alla Cossutta «un insulto nei confronti della maggioranza degli italiani che hanno bocciato il referendum». Il ministro Turco non si scompone. E in attesa di rispondere all’interpellanza in Parlamento, replica ribadendo che «la revisione della legge 40 non rientra nel programma del governo» e assicurando che la ridefinizione della linee guida «è affidata dalla stessa legge al ministro della Salute». Quanto all’incarico affidato a Maura Cossutta, questo «si inserisce nel più ampio mandato di esperta conferitole in materia di salute della donna e del bambino».
La diretta interessata (la cui nomina è accolta con favore da tutto il fronte laico dell’Unione – radicali, socialisti, Prc, Ds) preferisce non entrare nella polemica e chiosa: «continuo a lavorare seriamente come è mio costume. Non rispondo alle provocazioni». Le rassicurazioni del ministro della Salute però non convincono i parlamentari cattolici della Margherita, che vivono questa scelta come uno schiaffo, una rivincita del fronte che ha perso il referendum sulla procreazione assistita. E soprattutto come una rottura dell’armistizio, dopo la difficile intesa trovata con il resto del centrosinistra sui finanziamenti europei alla ricerca sulle staminali embrionali. Non a caso, argomentazioni e toni sono simili (pur con qualche sfumatura diplomatica) a quelli del centrodestra. «Non è in questione la competenza della Cossutta, ma come si fa – si chiede Luigi Bobba, responsabile Welfare della Margherita – ad affidare la legge 40, difesa dalla stragrande maggioranza degli italiani, a una persona come lei che l’ha strenuamente avversata dentro e fuori il parlamento?»
Insomma anche i cattolici della Margherita parlano senza mezzi termini di «scelta sbagliata». E non nascondono la loro irritazione. «Tanto più che in un colloquio informale sabato scorso al Senato – racconta Emanuela Baio Dossi – il ministro aveva escluso la nomina della Cossutta per quell’incarico». Il malessere è tale da indurre Bobba a ipotizzare «contraccolpi» per la costruzione del partito democratico. «Il Pd non può avere un’ispirazione laicista – dice Bobba – e la nomina della Cossutta va invece in questa direzione, riportando indietro le lancette del dibattito, dopo la difficile mediazione trovata sulla mozione sulle cellule staminali».
Di qui la messa a punto di un comunicato congiunto con Paola Binetti, Emanuela Baio Dossi ed Enzo Carra. L’avvertimento sa di minaccia: «Vigileremo per evitare che qualsiasi intervento sulle linee guida modifichi e stravolga lo spirito e la lettera della legge 40». Non deve pensarla proprio allo stesso modo Maura Cossutta che il 20 luglio, in un intervento presso l’associazione Luca Coscioni, anticipando la notizia della sua nomina aveva detto: «Le linee guida non modificano la legge, ma possono fare molto per riaprire il dibattito». In serata il ministro Turco torna sulla vicenda e si dice «stupefatta» per una «polemica alimentata sul nulla» e chiede «rispetto» per la Cossutta, «soprattutto da parte dei colleghi del centrosinistra».