Staminali, il Vaticano insorge

E’ bufera sulle staminali. All’indomani della decisione dell’Unione Europea che ha dato il via libera, con limiti, alla ricerca sulle cellule embrionali, è dura la presa di posizione del Vaticano e dei vescovi europei.

L’accordo raggiunto lunedì a Bruxelles dai ministri di 20 dei 25 Stati membri ha fatto insorgere all’unisono tutti gli episcopati del continente.
«L’embrione umano trattato come un soggetto di ricerca non è affatto compatibile con il rispetto della dignità umana» è stata la reazione del Comece, il gruppo delle 34 conferenze episcopali continentali. Dal Vaticano, invece, l’Osservatore Romano e monsignor Elio Sgreccia,
presidente della Pontificia Accademia sulla Vita («è inaccettabile» è la sua sintesi) hanno criticato la posizione assunta dal governo Prodi che ha permesso di arrivare a un testo «ambiguo».

La decisione italiana di ritirarsi dalla «minoranza di blocco» – che in tema di staminali impediva i finanziamenti alle ricerche eticamente dubbie – a loro dire non farà altro che favorire «un macabro mercimonio» aprendo la porta al commercio di embrioni da paesi più deregolati, come la Corea o l’Australia. Secondo il quotidiano della Santa Sede «il governo italiano ha deciso di schierarsi con la maggioranza all’interno del Consiglio dei ministri europei votando a favore delle sperimentazioni sulle cellule staminali embrionali. Certe cose non cambiano: stessi concetti, stesse frasi, stessi atteggiamenti esteriori».

E fa un parallelo: è come «ai tempi dell’aborto». «Quando si tratta della vita (di sopprimerla) – aggiunge l’osservatore Romano – alcuni si presentano puntuali con il loro macabro appuntamento». Ciò che il Vaticano contesta all’Italia è che per diventare finalmente «un Paese moderno» debba per forza «fare ricerca sugli embrioni. A loro sacrificio, è affidato il compito di fare della Penisola una terra di fecondo sviluppo». Severo è stato anche il giudizio di Avvenire, il giornale dei vescovi italiani. «Un compromesso venato di ipocrisia» è il commento pubblicato in un editoriale, che fa riferimento al testo del documento votato anche dal ministro per la Ricerca scientifica Fabio Mussi, il quale «evidentemente prosegue per la sua strada con l’appoggio del governo».

Da parte sua Mussi giudica l’intesa di Bruxelles «uno straordinario
successo» e afferma che le critiche dell’osservatore Romano andrebbero indirizzate non a tale accordo ma «alla pratica effettuata anche in Italia di utilizzare linee cellulari ricavate da embrioni». Anche Marco Cappato e Rocco Berardo, segretario e vice segretario dell’associazione Luca Coscioni, commentano negativamente la presa di posizione del giornale della Santa Sede. «E’ davvero inaccettabile – spiegano -. Si accetta di mettere a morte la speranza per milioni di persone malate».