Staminali, l’anatema vaticano. “Un macabro mercimonio” .

di Elena Dusi
Voto Ue, è polemica. “Come ai tempi dell’aborto”. “Il macabro prodotto di un malinteso senso del progresso”.

Il giorno dopo l’accordo del Consiglio Europeo sui finanziamenti alla ricerca scientifica (inclusa quella sulle cellule staminali), i commenti si dividono tra il fronte dei favorevoli e quello dei contrari. Ma è l’Osservatore Romano in edicola oggi a stagliarsi per la durezza della sua posizione. Lunedì Bruxelles aveva vietato i finanziamenti ai progetti di ricerca europei che comportino la distruzione di un embrione. Ma allo stesso tempo aveva dato via libera ad esperimenti che utilizzino staminali provenienti da embrioni distrutti al di fuori del continente, o prodotti in Europa ma non con finanziamenti Ue.

Il giornale vaticano commenta questa scelta con un editoriale durissimo: «In Italia, quando si tratta della vita (di sopprimere la vita) alcuni si presentano puntuali con il loro macabro appuntamento». E ancora : «I “nipotini del progresso” si ripresentano all’opinione pubblica e penetrano indebitamente negli spazi più sacri della coscienza di milioni di persone». L’Osservatore traccia un filo rosso fra la normativa europea sui finanziamenti alle staminali embrionali oggi, l’approvazione del divorzio e quella dell’aborto ieri. Secondo monsignor Elio Sgreccia, presidente del Pontificio consiglio per la vita, la decisione del Consiglio Europeo introduce «l’idea del commercio di esseri umani e di parte della loro corporeità».

Marco Cappato, segretario dell’associazione Luca Coscioni, a favore della ricerca a tutto campo sulle staminali, ribatte alle accuse: «Macabro è il Vaticano che sacrifica la speranza di vita delle persone in nome di un’astratta sacralità della vita». Fra queste due posizioni estreme, si schierano i politici della maggioranza (favorevoli al compromesso di Bruxelles) e quelli dell’opposizione, critici nei confronti del voto favorevole dell’Italia espresso dal ministro dell’università Fabio Mussi. Il quale ieri si è difeso dalle accuse di ipocrisia: «In Italia viene fatta ricerca su cellule embrionali provenienti dall’Australia, perchè questo non è proibito dalla legge 40, ma nessuno batte ciglio.

Questa è ipocrisia». Le staminali sono un tema che scotta, e nonostante il fatto che non assorbiranno (fra adulte ed embrionali) più di un decimo dei 51 miliardi previsti dal settimo programma quadro, le critiche ieri sono piovute fitte. Sotto accusa e la posizione di relativa apertura alla ricerca da parte del governo Prodi. Oggi il presidente del consiglio risponderà alla Camera alle interrogazioni urgenti presenta te da Udc e Udeur. I due partiti chiedono al premier di sciogliere le ambiguità del compromesso di Bruxelles. Vogliono che il governo impedisca che in Italia arrivino finanziamenti su ricerche legate alla distruzione di embrioni, avvenuta in Europa o in qualunque altro paese del mondo.