Diecimila richieste, banca staminali in tilt

di Eleonora Dusi
Il centro di Seul preso d’assalto da persone malate in cerca di una speranza. “Ma non promettiamo cure”

ROMA- Martedì alle nove si sono aperte le registrazioni. Chi voleva poteva iscriversi ai programmi di sperimentazione del dottor Hwang Woo-Suk. Malati di ogni angolo del pianeta, incollati alla speranza, si sono tuffati su computer e telefoni. Con il risultato che le linee e il Sito del World Stem Cell Hub ,”l’ ombelico delle cellule staminali del mondo” sono andate in tilt peni sovraffollamento. Hwang, medico coreano, veterinario di formazione, il 19 ottobre aveva inaugurato la prima e unica banca mondiale delle cellule che promettono la cura per ogni malattia degenerativa, dall’Alzheimer alle lesioni del midollo spinale, dal diabete ai postumi dell’infarto.

A nulla sono valsi gli avvertimenti del giorno dell’ inaugurazione: «Occorreranno ancora cinque dieci anni di lavoro prima di portare la ricerca di laboratorio nel letto del paziente» aveva avvertito il dottor Hwang. E nell’invito a registrarsi, il sito della Banca parlava chiaro: sì chiedevano ai pazienti malati di Parkinson’s o di lesioni al midollo spinale di donare un campione di pelle a scopi di ricerca. Non si prometteva nessuna cura, o speranza di guarigione. Eppure oltre mille registrazioni solo nelle prime tre ore, circa diecimila fino a ieri, sono arrivate via telefono, fax, Internet o di persona. «E l’unica speranza che mi è rimasta» spiegava nella hall Lee Kill No, 52 anni, costretto stilla sedia a rotelle dopo una caduta dal quinto piano. «Spero di tornare a camminare dopo questo trattamento». Hwang a febbraio del 2004 aveva clonato il primo embrione umano, e se nel viaggio del 2005 ha ripetuto la stessa operazione partendo dalle cellule di undici pazienti colpiti da lesione del midollo spinale, diabete giovanile o immunodeficienza.