Cancro, ora si punta sulle staminali

di M. Pap.
[inline:1]Un bando di reclutamento inusuale, pubblicato da due prestigiose riviste scientifiche: Science e Nature . Oltre 150 candidati provenienti da tutto il mondo. Non pochi, trattandosi di ricerca biomolecolare e di un programma decennale (finanziato dalla Fondazione «Giancarla Vollaro») per individuare, studiare e combattere le cellule staminali del cancro. Sì perché, se esistono le staminali di tutti i tessuti e organi sani, esistono anche le cellule «madre» maligne. I cloni da cui poi il tumore si sviluppa. E che spiegherebbero per esempio perché una terapia in certi casi funziona, in altri no: il segreto sarebbe proprio nelle staminali.

Una chemioterapia che distrugge la massa tumorale senza colpire la cellula «madre» creerebbe una situazione favorevole al tumore stesso: una mutazione difensiva e lo sviluppo di cellule maligne resistenti. Al contrario uccidere o disattivare subito le rare staminali del tumore potrebbe fermare il male rapidamente. Bisogna, allora, imparare a identificare queste cellule, e precisarne i caratteri biologici e molecolari e mettere a punto nuovi farmaci «intelligenti» capaci di colpirle selettivamente.

E’ una delle strategie su cui punta l’Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano, il cui direttore scientifico ha subito accettato il progetto di ricerca deciso dalla Fondazione «Giancarla Vollaro», istituita in memoria della segretaria di Enrico Cuccia morta di tumore nel 1994.

A disposizione un fondo di 750 mila euro destinato a tre figure professionali. La scelta, tra 150 candidati, non è stata semplice e si è conclusa in questi giorni: due ricercatori medici, Salvatore Pece (42 anni, esperienza a Bethesda) e Andrea Viale (31 anni), e il tecnico di laboratorio Costanza Savino nata nel 1974. Questo piccolo team lavorerà in collegamento con i gruppi di ricerca di base e clinica dello Ieo e dell’Istituto Firc di Oncologia molecolare.