Poi si scopri malata di un tumore che la portò alla morte il 22 ottobre 1994. Prima dell’addio conferì il suo patrimonio a una Fondazione per la ricerca sul cancro cui hanno contribuito fondi amici e ammiratori.
In particolare nel ’97 la Fondazione beneficiò di un importante lascito da parte di una professoressa del
liceo Manzoni, quasi centenaria, Maria De Lama che aveva conosciuto e stretto un’amicizia con la Vollaro nei suoi ultimi anni di vita dopo aver insegnato a tre generazioni. Nel corso dei primi dieci anni la Fondazione Vollaro ha potuto finanziare borse di studio su base annuale o biennale per giovani ricercatori italiani e europei che hanno così potuto lavorare presso i laboratori dell’istituto europeo di oncologia.
Grazie a una più ampia serie di donatori la Fondazione ha oggi deciso di lanciare un programma decennale con un percorso ed una meta precisa: trovare nuove metodologie di trattamento del cancro, in particolare precisare i caratteri biologici e molecolari delle cellule staminali alterate dei tumori per identificare nuovi farmaci capaci di colpirle selettivamente. La sfida è stata raccolta dall’istituto europeo di oncologia che ha steso un progetto: la Fondazione Vollaro l’ha approvato dichiarandosi disponibile a un finanziamento di centomila euro per ciascuno dei prossimi dieci anni per finanziare l’équipe che coordinerà il progetto di ricerca. Ed è proprio l’impegno decennale a rendere unica l’iniziativa della Fondazione Vollaro rispetto ad altri enti coinvolti nella ricerca oncologica, perché permette di affrontare piani di ricerca di valore strategico i cui tempi di esecuzione sono obbligatoriamente lunghi e di reclutare scienziati di alto profilo che difficilmente potrebbero essere attratti da contratti annuali o triennali.
Al bando di reclutamento pubblicato su Science e Nature hanno risposto 150 candidati provenienti da tutto il mondo.Selezione difficile, il comitato scientifico composto dai professori Giuseppe Della Porta, Aron Goldhirsch e Silvio Garattini ha in questi giorni assegnato l’incarico come ricercatore senior a Salvatore Pece, classe 1963, una lunga esperienza nel campo,
maturata anche a Bethesda negli Usa. Tra i giovani ricercatori la scelta è caduta su Andrea Viale e Costanza Savino, entrambi trentunenni, il primo laureato in medicina, la seconda con alle spalle lavori in laboratori Usa e presso l’istituto Mario Negri. Tra i benefattori che hanno permesso alla Fondazione di rafforzare l’alleanza scientifica con l’leo di Milano ci sono società come Mediobanca, Italmobiliare, Iflì, Pirelli & C. e Generali; fondazioni come la Bellingeri-Gualdi; famiglie come Cerutti e Lucchini; privati come Roberto Bertazzoni,Marcellino Gavio. Antonino Ligresti, Cici Locatelli, Antonio Maccanico,Carmela Magnani, Pietro Marzotto, Massimo Ponzellini e Sergio Serapioni.