<b>13 Settembre 2003</b> – BOLOGNA – Sono oltre 12mila i bimbi italiani concepiti in provetta, cioè con le diverse metodiche di fertilizzazione assistita. O almeno, sono 12mila quelli iscritti nel Registro italiano volontario per i concepimenti in vitro al centro del Forum della Società italiana studi di medicina della riproduzione in svolgimento a Bologna. Secondo il direttore scientifico del Sismer, il dottor Luca Gianaroli, il Registro – nato sei anni fa ma diventato significativo per la quantità dei dati raccolti solo ora – rappresenta circa il 75 per cento della realtà italiana. Vi figurano circa 120 centri di fecondazione assistita italiani tra privati e pubblici. Pubblicato ogni anno, il documento mostra che dal 1997 al 2000 sono stati eseguiti in Italia più di 58.400 cicli di fecondazione assistita e che la percentuale in termini di complicanze e malformazioni per i bimbi nati è la stessa dei coetanei concepiti con il metodo naturale (2,5-3 per cento).
«Secondo il Registro italiano – spiegano Luca Gianaroli e la dottoressa Anna Ferraretti- il nostro Paese è è in media con l'Europa per la percentuale di successi delle tecniche impiegate». Resta la forbice in fatto di sviluppo della fecondazione assistita: «Nei Paesi del nord Europa i bimbi nati con fecondazione assistita sono circa uno su 25, in Italia uno su 50. Nei prossimi cinque anni contiamo di arrivare a 4 su 100».
Intanto, a dieci giorni dalla discussione del disegno di legge al Senato, dalla Sismer partono dure critiche: «La situazione attuale – Gianaroli – rischia di essere compromessa se passerà il provvedimento in discussione, perchè esso limita fortemente le possibilità di concepimento».
Fra i punti contestati dalla Sismer c' è «il limite dei tre ovociti da inseminare. Abbiamo fatto una simulazione – continua Gianaroli – che tiene conto delle limitazione del testo, utilizzando i dati di 100 cartelle cliniche. Due terzi delle coppie che hanno avuto una gravidanza dopo un trattamento convenzionale, qualora fosse stata in vigore la nuova legge, non avrebbero concepito».
«Secondo il Registro italiano – spiegano Luca Gianaroli e la dottoressa Anna Ferraretti- il nostro Paese è è in media con l'Europa per la percentuale di successi delle tecniche impiegate». Resta la forbice in fatto di sviluppo della fecondazione assistita: «Nei Paesi del nord Europa i bimbi nati con fecondazione assistita sono circa uno su 25, in Italia uno su 50. Nei prossimi cinque anni contiamo di arrivare a 4 su 100».
Intanto, a dieci giorni dalla discussione del disegno di legge al Senato, dalla Sismer partono dure critiche: «La situazione attuale – Gianaroli – rischia di essere compromessa se passerà il provvedimento in discussione, perchè esso limita fortemente le possibilità di concepimento».
Fra i punti contestati dalla Sismer c' è «il limite dei tre ovociti da inseminare. Abbiamo fatto una simulazione – continua Gianaroli – che tiene conto delle limitazione del testo, utilizzando i dati di 100 cartelle cliniche. Due terzi delle coppie che hanno avuto una gravidanza dopo un trattamento convenzionale, qualora fosse stata in vigore la nuova legge, non avrebbero concepito».
<i>Renata Ortolani</i>