PROCREAZIONE: RADICALI IN PIAZZA CON GINECOLOGI CONTRO LEGGE (Ansa)

<b>9 Dicembre 2003</b> – I Radicali Italiani sono scesi in piazza per una conferenza stampa sotto la pioggia nel tentativo di far cambiare, almeno in parte, la legge sulla procreazione medicalmente assistita in discussione al Senato.Questo pomeriggio infatti insieme ad alcuni ginecologi hanno aperto un dibattito di fronte a palazzo Madama per fermare una legge definita ''sbagliata e pericolosa'', ''contro i diritti del malato'', ''disumana dal punto di vista medico'', ''restrittiva come nessun altro Paese'' e che ''mortifica l'Italia''. ''Il titolo stesso della legge – ha detto Rita Bernardini, segretaria dell'associazione Luca Coscioni – dovrebbe essere legge di proibizione sulla Pma e sulla liberta' di ricerca scientifica''. ''Liberta' di ricerca scientifica'', ''No taliban, no Vatican'', ''Il vaticano chiede il Senato obbedisce'', ''No a questo regalo di Natale per il Papa e il Vaticano'', con questi slogan i radicali hanno espresso ancora una volta il loro dissenso assoluto contro il provvedimento. ''Se il testo della legge venisse approvato senza modifiche – e' la posizione dei ginecologi – ci si troverebbe nell'impossibilita' di esercitare in scienza e coscienza la professione medica''. I ginecologi inoltre hanno fatto presente in un manifesto l'intenzione di ricorrere ''in tutte le sedi istituzionali e internazionali, senza escludere iniziative per dimostrare l'incostituzionalita' di alcune parti della legge''. Quello di oggi e' stato un tentativo dell'ultima ora visto che l'Assemblea e' ormai in dirittura di arrivo per la conclusione dei lavori. ''Si tratta – ha detto la ginecologa Mirella Parachini – di cercare di attirare l'attenzione fino all'ultimo su una grave stortura che sta per essere varata''. E rivolta ai senatori ha chiesto ascolto e attenzione, ''non e' con la proibizione che si puo' governare la situazione – ha aggiunto – con questa legge saremo sempre un Paese di serie B''. Quattro i punti critici indicati dall professor Claudio Giorlandino, presidente del Forum delle associazioni di diagnostica, genetica e riproduzione, che ha fatto un quadro di cosa succedera' se la legge verra' applicata cosi' come e'. ''In Italia avremo 15mila bambini in meno – ha spiegato – tanti sono infatti le nascite tramite pma; non si potra' preselezionare l'embrione anche se portatore di anomalie cromosomiche, salvo poi abortire; le donne oltre i 35 anni non potranno piu' avere figli perche' tre embrioni sono pochi; invece per le giovani c'e' il rischio di gravidanze triple che hanno tra il 20 e il 30% di rischio di handicap cerebrali''. Il professor Luca Gianaroli, direttore Sismer di Bologna ha invece sottolineato che si tratta di ''una legge che per la prima volta in Italia decide come i medici debbano lavorare''. Inoltre Gianaroli ha spiegato che il successo sarebbe ridotto di un terzo ed ha posto l'attenzione sul consenso informato (art. 6) che impedisce alla donna di rinunciare all'impianto anche in presenza di gravi accadimenti (malattia, morte del marito…). ''Il medico non potra' distruggere le cellule uovo fecondate – ha ricordato – ne' utilizzarle per la ricerca, sara' costretto ad avvertire l'autorita' giudiziaria in caso di ripensamento che obblighera' la donna all'impianto''.Sulla liberta' di ricerca scientifica e' intervenuto Luca Coscioni, presidente di Radicali Italiani, che ha ricordato che dici milioni di malati sperano nella ricerca per poter migliorare le proprie condizioni di salute. Infine il senatore Antonio Del Pennino (Pri), capofila delle azioni di contrasto a questa legge in parlamento, ha espresso la speranza che il voto segreto chiesto per gli emendamenti all'eterologa e al divieto di accesso alla pma per le coppie portatrici di malattie genetiche, possa aiutare i colleghi di maggioranza a modificare il testo.