Consulta Bioetica ONLUS – Sezioni di Pisa e Firenze
26 febbraio 2010
Apprendiamo dalla stampa (Il Tirreno, 23 febbraio, p. 2; Libero 24.02.2010, p. 16) che la Regione Toscana sta per definire un accordo (con quale impegno finanziario?) con la Fondazione cattolica “Casa Cardinale Maffi” per aprire un centro regionale dove ospitare individui in stato vegetativo (sv). Sarebbe interessante sapere quale sia, sulla base delle attuali conoscenze scientifiche e dei dibattiti morali in corso, la posizione della Regione e dei suoi rappresentanti politici in materia di sv di cui molto si discute negli ultimi anni.
All’epoca del caso Englaro – una donna in sv permanente da 17 anni a cui alte Corti di giustizia autorizzavano il distacco del sondino naso-gastrico per consentirle di morire secondo i suoi valori e convincimenti – la posizione della Regione Toscana emerse chiara. Fu il rifiuto, dopo una prima timida apertura, di mettere a disposizione una struttura che accogliesse la donna e aiutasse il padre – che veniva conducendo alla luce del sole una estenuante battaglia giudiziaria nel nome del diritto di autodeterminazione – a sfuggire alle persecuzioni del fanatismo religioso e alla arroganza di un ceto di governo inadempiente, incostituzionale e crudele. La Regione Toscana contribuì allora, rifiutando di prestare aiuto a Beppino Englaro e a sua figlia, ad accrescere le sofferenze di una famiglia e a ritardare l’evoluzione del costume civile in una fase già attraversata dai cupi bagliori della violenza di Stato e del fondamentalismo religioso. Non vorremmo che ora procedesse a cuor leggero in un passo così importante e delicato senza fare chiarezza su questioni preliminari e di fondo. Esse riguardano il diritto degli individui in situazioni di perdita irreversibile della coscienza a decidere se continuare o no a essere sostenuti in vita – una vita ridotta spesso solo a funzionalità biologica. Qualunque decisione che non tenga conto delle nuove e talora raccapriccianti circostanze del morire obbligando a restare in vita anche chi non lo desideri rischia di portare i poteri pubblici (ne è un esempio emblematico il DL Calabrò) a sostituirsi alle idee e alle decisioni delle persone riguardo a cosa sia vita che meriti di essere vissuta. Chiediamo quindi alla Regione Toscana di considerare attentamente il passo che sembra stia per compiere. Quali sono le competenze della Fondazione Cardinale Maffi in merito agli sv? E che senso ha trattare con esponenti della Chiesa cattolica o con sue istituzioni collaterali materie così delicate e dirompenti nel dibattito pubblico italiano come la gestione dei casi di stato vegetativo? Non sarebbe più opportuno e doveroso non imbarcarsi in simili iniziative con chi ha ripetutamente dimostrato che non vuole o non sa tenere distinti il diritto alla vita dall’obbligo di vivere e le scelte di politica sanitaria di uno Stato laico dai convincimenti, legittimi ma parziali, di chi alla libera volontà degli individui vorrebbe sostituire l’obbedienza ai codici di una particolare fede religiosa?
Consulta di Bioetica – Pisa
Il Coordinatore
Sergio Bartolommei
Consulta Bioetica – Firenze
Il Coordinatore
Luca Benci
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