Eutanasia/Radicali: Sottosegretario Roccella mente sapendo di mentire: anche in questo caso i cittadini italiani sono molto più avanti della partitocrazia che li sgoverna.

Dichiarazione di Igor Boni (segretario Associazione Radicale Adelaide Aglietta) e di Giulio Manfredi (vice-presidente Comitato nazionale Radicali Italiani):

La sottosegretaria Eugenia Roccella ha una coerenza nell’affermare il falso degna di miglior causa; non le bastava continuare la battaglia ormai persa contro l’introduzione della pillola abortiva RU486; oggi ha preferito dedicarsi al tema “eutanasia” (partendo dal presunto caso di Torino, sul quale, come la Roccella, nulla sappiamo e perciò nulla diciamo), affermando che in Italia solo sparute minoranze radicali sono a favore.

Noi abbiamo in mano la prova che la Roccella mente, sapendo di mentire: in pochi mesi, solo a Torino, i radicali hanno raccolto migliaia di firme sulla seguente petizione dell’Associazione Luca Coscioni:
“Noi sottoscritti chiediamo che nelle scelte relative alla fine della vita sia rispettato il diritto all’autodeterminazione di ciascun individuo, per abbattere il fenomeno dell’eutanasia clandestina e di quella cattiva morte "all’italiana", fatta di violenza contro i malati, accanimento terapeutico e imposizione di sofferenze; chiediamo il riconoscimento legale del testamento biologico attraverso il quale le scelte individuali siano obbligatoriamente rispettate e che includa la possibilità di rinunciare alla nutrizione e idratazione artificiale; chiediamo anche che sia effettuata un’indagine conoscitiva parlamentare sull’eutanasia clandestina e gli altri aspetti della morte all’italiana, e che siano discusse le proposte di legge per la legalizzazione o depenalizzazione dell’eutanasia e del suicidio assistito.”.
Come ai tempi del divorzio e dell’aborto, come sulla libertà di scelta delle donne sulle tecniche abortive, anche sull’eutanasia i cittadini italiani sono molto più avanti della partitocrazia che li sgoverna. Le prese di posizione a favore della libertà di scelta sulla propria morte, dal compianto Indro Montanelli a Umberto Veronesi, a Luciano De Crescenzo non sono voci nel deserto, come vorrebbe far credere la Roccella.
A settembre, quando riprenderà l’esame alla Camera del disegno di legge del governo contro il testamento biologico, torneremo in strada a raccogliere altre firme sulla petizione Coscioni, per dare voce ai tanti cittadini italiani per cui il “caso Englaro” ha rappresentato la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso pieno dei divieti, delle paure, dei ricatti morali di un governo che ha anche la faccia tosta di presentarsi come espressione del “Popolo delle Libertà”.
Torino, 19 agosto 2009