Ru486 – Viale “Finalmente! Una vittoria per le donne, ma la lotta continua.”

viale ru486Silvio Viale, che ha promosso la sperimentazione torinese sulla RU486 ed è attualmente responsabile del Servizio IVG dell’ospedale S.Anna di Torino, parla di vittoria, ma ammonisce che la vera battaglia non è finita e che la lotta continua.
Silvio Viale ha dichiarato:

“Finalmente! Prima di tutto è una vittoria per le donne italiane, che da oggi sono più libere ed hanno un’opportunità in più. Poi, mi dispiace che sia giunta con venti anni di ritardo e credo che i politici italiani debbano chiedere scusa per questo.

Se un farmaco così innovativo avesse riguardato qualcos’altro, magari la prostata, non si sarebbe dovuto attendere così a lungo. Ma la lotta continua perché ora bisogna offrire l’aborto medico in tutta Italia. Dal punto di vista scientifico io sono sereno, confortato dalla letteratura scientifica e dal confronto diretto con i colleghi di altri paesi, ma so che si dovrà fronteggiare una guerriglia contro la RU486 nei vari ospedali. Sarà quindi fondamentale che i medici ed il personale coinvolti nelle IVG possano avere il supporto delle organizzazioni femminili, dei movimenti per le libertà e per i diritti civili, nonché dei politici “pro-choice, evitando il rischio che siano il bersaglio continuo dei gruppi antiabortisti e dei politici “pro-life”. Silvio Viale ha poi precisato: “La RU486 avrebbe dovuto essere autorizzata già nel 1988, quando la Mangiagalli partecipava agli studi dell’OMS, o al più tardi nel 1999, quando fu registrata in tutti paesi della UE con l’eccezione di Irlanda, Portogallo e Italia. In Irlanda l’aborto era allora vietato e lo è tuttora. In Portogallo l’aborto era allora illegale, ma ora la RU486 è registrata ed è il metodo più utilizzato. Ma in Italia, un paese ove l’aborto è legale dal 1978, si è dovuto attendere il 2001 perché un medico chiedesse di poterla usare all’Ospedale S.Anna di Torino. Tra polemiche, comitati etici, ispezioni ministeriali e inchieste della magistratura nel 2005 fu avviato uno studio clinic, una sorta di moderno “Cavallo di Troia” in campo nemico. Subito molti altri colleghi si attivarono in tutta Italia e in questi anni una trentina di ospedali l’hanno importata almeno una volta nonostante gli ostacoli posti dal ministro Storace. Un ricordo speciale va a due illustri colleghi scomparsi, il Dott. Franco Mascherpa, che condusse con me lo studio clinico torinese, e il Prof Umberto Nicolini che applicò l’aborto medico all’Ospedale Buzzi di Milano ignorando i diktat di Formigoni. Le inchieste che li hanno riguardati sono state entrambe archiviate. In questi anni oltre 4000 donne italiane hanno potuto utilizzare la RU486 legalmente in Italia” “Tutto questo ha convinto la ditta produttrice a chiedere alla Francia di attivare anche per l’Italia la procedura europea di registrazione. Per ovvi motivi lo fece dopo che l’Agenzia europea del farmaco (EMEA), su richiesta della Francia, aveva proceduto ad una valutazione della sicurezza del farmaco alla luce delle segnalazioni di alcuni decessi in nordamerica. La conclusione fu che il rapporto rischi/benefici dei medicinali contenenti mifepristone era positivo e che era escluso ogni nesso potenziale tra i decessi e l’impiego di mifepristone. Nel giugno del 2007 l’EMEA approvava la nuova scheda tecnica della RU486 e nel novembre del 2007 veniva chiesta la registrazione in Italia. Nel frattempo la FDA aveva concluso che le evidenze non stabilivano una relazione causale tra la RU486 e le sei morti segnalate, come viene ribadito in un report dell’agosto del 2008 al Senato americano. Venti ani di polemiche hanno impedito la ricerca su altre centinaia di molecole sintetizzate e la RU486 si è consolidata come l’unico farmaco con proprietà antiprogestiniche, antiandrogene e antiglucorticoidi utilizzato ampiamente nell’uomo, in realtà prevalentemente nella donna. Così in tutte le ricerche in cui si cerca questo effetto si utilizza la RU486: in molti tumori, nei meningiomi, nella sindrome post-stress, in endocrinologia, nei miomi, nell’endometriosi, nella depressione, nell’Alzheimer, nella sclerosi multipla,in ostetricia e in altre patologie. I conclusione l’introduzione della RU486èun passo avanti in molte direzioni, non solo nel campo dell’aborto.”