Testamento biologico: il Pdl di nuovo genuflesso al Vaticano

 
Maria Antonietta Farina CoscioniDichiarazione di Maria Antonietta Farina Coscioni, deputata radicale e co-presidente dell’associazione Luca Coscioni: il capogruppo della PdL vuole strozzare il dibattito, si ha fretta per portare in dono alle gerarchie vaticane il dono di una legge voluta e letteralmente dettata. Che desolazione! Che vergogna! Che impudenza!

Rimangiandosi promesse, assicurazioni, parole date, il capogruppo della PdL in commissione Affari Sociali propone di fatto di strozzare il dibattito generale sul testamento biologico e giudica inutili le audizioni in quanto – incommentabile pretestuosa giustificazione – sarebbe sufficiente il lavoro effettuato dal Senato, e come testo base occorrerebbe adottare il testo di legge Calabrò licenziato da Palazzo Madama.
Una proposta inaccettabile sotto un doppio profilo: quello più propriamente formale, perché si annullano prerogative e funzioni di una commissione della Camera dei Deputati; sotto il profilo sostanziale, perché questa fretta e arroganza manifestata a ogni pié sospinto, ha una sola giustificazione: si vuole, in tempi rapidi portare in dono alle gerarchie vaticane il testo di legge sul testamento biologico che le gerarchie stesse hanno voluto e letteralmente dettato; in questo modo patetico e offensivo per le coscienze di molti cattolici, la PdL intende farsi perdonare stili di vita del suo leader, attuale presidente del Consiglio: in pubblico difensore di virtù e morale, che in privato platealmente contraddice e smentisce. Dunque si sia meno ipocriti, e si abbia il coraggio e la decenza di dirlo e sostenerlo apertamente.
Il capogruppo della PdL della Commissione Affari Sociali e quanti si dichiarano d’accordo con lui si assumono una grave e pesantissima responsabilità: quella di negare la conoscenza su quanto ogni giorno accade in questo paese, dove migliaia di pazienti e le loro famiglie sono condannati a inutili sofferenze, perché nulla si fa sul versante delle cure palliative; e al tempo stesso si tradisce il dettato costituzionale secondo il quale la volontà del paziente è preminente. Si respira un letale lezzo di morte: morte della democrazia, morte della Costituzione, morte del diritto costituzionale all’autodeterminazione e alla libertà di scelta. Si vuole imporre un dibattito monodirezionale con un relatore che ha tradito platealmente la sua funzione e ha solo saputo sostenere che a questa commissione non interessa la questione, visti i pochi interventi. Certo, se tutto si fa, come si fa, di nascosto, la notte, come ladri…Che desolazione! Che vergogna! Che impudenza!