Silvio Viale*, medico ed esponente radicale, replica a Mauro Salizzoni che su La Stampa di oggi imputa al “caso Englaro” una tendenziale stima del 9% della riduzione delle donazioni per trapianti in Piemonte (344 nel 2008, 312 la stima per il 2009).
“Salizzoni sbaglia quando lascia intendere che la discussione sul caso Englaro abbia ridotto le donazioni (dato tutto da verificare) e credo che le cause di un minore impegno sul fronte dei trapianti deve essere ricercata altrove. Magari, anche tra gli addetti ai lavori. Probabilmente si tratta delle stesse cause che hanno impedito il decollo dei trapianti.
Sbaglia, poi, ad affermare che il caso Englaro abbia aumentato la confusione. Al contrario, il caso Englaro ha rotto un tabù ed aumentato la consapevolezza dei cittadini, a meno che il silenzio imposto sui temi della morte, della irreversibilità di malattie terminali, della dignità personale e delle condizioni estreme sia da considerare la condizione ottimale. Forse l’errore è stato quello di avere sempre affrontato la questione dei trapianti come una mera campagna di propaganda retorica, disgiunta dai temi di fine vita ,che ha contribuito a mantenere sacche di resistenza ai trapianti, spesso alimentate anche da posizioni ambigue della Chiesa sulla morte cerebrale. Proprio chi si occupa di trapianti non dovrebbe alimentare la confusione tra coma, stato vegetativo (morte corticale) e morte cerebrale, poiché dovrebbe sapere molto bene che ,in caso di diniego del consenso agli espianti, la persona in morte cerebrale viene dichiarata morta. Purtroppo, in assenza di volontà precedentemente espresse, scatta spesso un meccanismo di rifiuto, analogo a quello ingiustificato per le autopsie, che condiziona le decisioni dei congiunti. La questione dei trapianti dovrebbe essere fatta rientrare nel più ampio tema del testamento biologico di cui si discuterà ampiamente in questi giorni a Torino in occasione della biennale della democrazia. Se è vero che sul caso Englaro molti, a cominciare da Berlusconi, hanno voluto alimentare la confusione, è innegabile che la vicenda ha contribuito ad accrescere la coscienza dei cittadini su questi temi. La causa principale di una eventuale riduzione delle donazione, come per il loro cronico non aumento, è da ricercare altrove, non nel caso Englaro.”
Medico dirigente dell’ Associazione Luca Coscioni
Torino, 21 aprile 2009