Paolo Ravasin scrive al Presidente della Repubblica e ai Presidenti delle Camere

Paolo Ravasin, Presidente della Cellula Coscioni di Treviso, malato di Sclerosi laterale amiotrofica e totalmente immobilizzato nel suo letto presso la casa di riposo delle Magnolie, il 21 luglio 2008 aveva pubblicato un video-testamento biologico per garantire il rispetto delle proprie volontà in materia di scelte di fine vita. In particolare aveva espresso la volontà di rifiuto l’eventuale ricorso alla idratazione e alla alimentazione forzata. Oggi alla luce dell’approvazione del DDL Calabrò, approvato il 26 marzo al Senato della Repubblica e di prossima discussione alla Camera dei Deputati, Paolo Ravasin si rivolge, con un nuovo messaggio audio-video, direttamente alle massime cariche dello Stato: Presidente della Repubblica, Presidente del Senato, Presidente della Camera.

Caro Presidente,
“scrivo a Lei, e attraverso Lei mi rivolgo a quei cittadini che avranno la possibilità di ascoltare queste mie parole, questo mio grido, che non è di disperazione ma carico 

di speranza umana e civile per questo nostro Paese”.
In questo modo iniziava il messaggio inviato al Presidente della Repubblica, due anni e mezzo fa, da Piergiorgio Welby. Con le stesse parole – che tanto colpirono me, già all’epoca immobilizzato a letto dalla malattia che mi affligge, la sclerosi laterale amiotrofica – mi rivolgo a Voi oggi.

Nella struttura in cui ero ricoverato precedentemente la macchina che mi consentiva di respirare si staccò per 18 volte in due anni e io dovevo, in apnea, spiegare al personale – che cambiava continuamente – come fare per riattivarla. Non avevo neanche un aiuto psicologico.

Tutto questo, però, non mi ha tolto la voglia di lottare per vivere e così ho ottenuto dapprima che queste lacune fossero, almeno in parte, colmate e in seguito il trasferimento in una struttura più adatta ad accogliermi.

Tutt’ora sto cercando di ottenere un comunicatore simbolico che mi consenta (usando gli occhi perché non riesco più a muovere nemmeno un dito) di parlare anche nei giorni e nei momenti in cui non ho voce, anche – mediante internet – con le persone che non sono fisicamente nella mia stanza.

Tuttavia, Signori Presidenti, non è facile convivere ogni giorno con dolori continui e crescenti e con la febbre che va e viene periodicamente, con i continui trattamenti antibiotici.
Perciò un anno fa ho sentito la necessità di redigere il mio testamento biologico, che poi ho voluto fosse ripreso anche con un video affinché la mia volontà fosse conosciuta e considerata insuperabile: ho stabilito la soglia in cui non ritengo più la mia vita debba essere portata avanti a tutti i costi e ho chiesto che si avesse rispetto della mia decisione.
Con grande tristezza ho appreso la notizia dell’approvazione al Senato della legge, formalmente sul testamento biologico, ma sostanzialmente contro il testamento biologico, che rende carta straccia le mie direttive anticipate ed in particolare la mia decisione di non sottopormi ad alimentazione e nutrizione artificiali quando non sarò più in grado di nutrirmi e bere naturalmente. Queste non sarebbero più rifiutabili stabilendo, per di più, che circa le altre indicazioni, esse non saranno vincolanti per il medico ma una sorta di “consiglio”.
Io non sono, Signori Presidenti, né un medico né un giurista ma credo sia sufficiente essere una persona che si tiene informata per capire che se è vero che l’articolo 32 della Costituzione impedisce di sottoporre un individuo ad un trattamento sanitario contro la sua volontà e se è vero che, come sancito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’alimentazione e l’idratazione artificiali sono dei trattamenti sanitari a tutti gli effetti, allora è anche vero che questa legge – che non consente a me, che sono pienamente capace di intendere e volere, di rifiutare tali trattamenti – è manifestamente anticostituzionale.
Mi viene sottratta l’unica libertà che mi è rimasta: quella di poter decidere sulla mia morte.
Ognuno di noi alla fine dei suoi giorni è solo di fronte alla morte, ma lo Stato e la Chiesa hanno preteso di sostituirsi a Dio.
Nel ringraziarVi anticipatamente per l’attenzione chiudo citando ancora una volta Welby: “Io credo che si possa, per ragioni di fede o di potere, giocare con le parole ma non credo che per le stesse ragioni si possa giocare con la vita altrui”.

Paolo Ravasin