Ass. Coscioni: Roccella, pubblichiamo come il sottosegretario deforma il pensiero del Presidente Corte Appello Milano

Nota Associazione Luca Coscioni

In merito alla vicenda di Eluana Englaro, pubblichiamo sul sito dell’Associazione Luca Coscioni (old.associazionelucacoscioni.it), la lettera aperta dell’Avv. Giuliano Fonderico al Sottosegretario Eugenia Roccella, in cui si risponde alle accuse che lo stesso sottosegretario ha rivolto al Presidente della Corte d’Appello di Milano, Dott. Grechi, dalle colonne del Corriere della Sera, giudicando “dittatoriale” il suo tono sul caso Englaro. Dimostriamo attraverso le registrazioni di Radio Radicale, come il pensiero del Dott. Grechi sia stato totalmente manipolato, e alla fine anche distorto, dall’articolo del Sottosegretario Roccella.
Dall’articolo della Roccella:
"«Le sentenze non si commentano, si impugnano». Con questa affermazione dal tono ultimativo e dittatoriale il dottor Grechi, presidente della Corte d’ appello di Milano, ha ritenuto di liquidare il problema della morte di Eluana Englaro".

Dall’intervento del Presidente della Corte d’appello di Milano, Dott. Grechi (trascrizione della registrazione da Radio Radicale, file pubblicato su lucacoscioni.it)
"i provvedimenti definitivi si commentano e si criticano da tutti, ma da nessuno possono essere messi nel nulla".

Domandiamo alla Rocella: è d’accordo sull’affermazione effettivamente attribuibile al presidente Grechi? O pensa che sia meglio porre nel nulla le decisioni definitive dei giudici?
 
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Gentile Sottosegretario,
leggo sul Corriere la sua lettera in allegato in cui esordisce con queste parole: "«Le sentenze non si commentano, si impugnano». Con questa affermazione dal tono ultimativo e dittatoriale il dottor Grechi, presidente della Corte d’ appello di Milano, ha ritenuto di liquidare il problema della morte di Eluana Englaro". Da qui, considerazioni varie sul valore della discussione in democrazia.
Ascolto poi per caso l’intervento del presidente Grechi, ritrasmesso integralmente su Radio radicale. Le sue parole sono state di senso opposto a quello da lei riportato: "i provvedimenti definitivi si commentano e si criticano da tutti, ma da nessuno possono essere messi nel nulla". Allego anche qui il file, con l’estratto dell’audio. A questo punto, dando per scontata la sua buona fede, posso solo immaginare che lei abbia scritto la lettera senza avere ascoltato o letto l’intervento. Al più, avrà fatto riferimento a qualche agenzia che riportava il discorso in modo impreciso. Eppure, non sarebbe stato difficile, prima di chiamare in causa valori alti e dare del dittatore al presidente della Corte milanese, chiedere ai suoi uffici di procurarsi il testo scritto della relazione. Secondo la vecchia massima per cui si deve tacere su ciò di cui non si sa parlare.
Mi permetto allora di rivolgerle due domande:
1) ritiene che questa superficialità sia compatibile con l’ufficio che lei è stata richiamata a coprire?
2) ritiene utile inviare allo stesso Corriere, oltre che al procuratore Grechi, una lettera di rettifica e, nel caso, di scuse per la superficialità con cui ha proceduto?
3) è d’accordo sull’affermazione effettivamente attribuibile al presidente Grechi? o pensa che sia meglio porre nel nulla le decisioni definitive dei giudici?
Le sarò grato di un cortese riscontro.
Con saluti cordiali,
Avv. Giuliano Fonderico