Intervento di Maria Antonietta Coscioni in aula su caso Eluana Englaro

Palazzo Montecitorio(Immagine fornita da Flickr)

Signor Presidente, Onorevoli Colleghe, Colleghi,

Altri colleghi sono intervenuti in merito alla sentenza relativa al caso di Eluana Englaro. C’è una realtà nascosta, colpevolmente ignorata, pervicacemente negata. E’ una realtà fatta di storie di persone che soffrono, vivono nel dolore; e nel dolore sono lasciate morire. E’ una realtà "silenziata", in nome di un’opinione, di una fede, di un’ideologia. In Italia siamo al punto che su questioni che oggi alcuni definiscono "eticamente sensibili" ma che sono più "semplicemente" diritti civili, se non c’è l’imprimatur e l’approvazione delle gerarchie ecclesiastiche, non si riesce a legiferare, e a raggiungere alcun accettabile risultato. Sarebbe un tragico fallimento se ancora una volta la legislatura chiudesse senza una legge sul testamento biologico.

I casi di Luca Coscioni prima, di Piergiorgio Welby dopo, hanno mostrato in modo inequivocabile come l’opinione pubblica vive queste situazioni, certamente "al limite", ma molto più diffuse e frequenti di quanto si possa credere; e la recente sentenza sulla vicenda di Eluana Englaro rivela come anche nella magistratura si siano acquisite consapevolezze che il mondo politico non sa e non vuole raccogliere, e lascia senza risposte di "governo".

Il 18 gennaio scorso, la famiglia Englaro mi ha permesso di visitare Eluana, imprigionata in uno stato di coma vegetativo, alimentata e idratata con un sondino nasogastrico da ben sedici anni. Sono stata afferrata da sensazioni ed emozioni intense, forti, quando sono entrata nella stanza dove lei vegeta, immobile: un corpo privato della sua libertà. Ho solo guardato gli occhi di Eluana, ma lei non mi ha visto. Uno sguardo, perso così come è andata perduta la sua coscienza in un giorno di sedici anni fa in un incidente d’auto; la stanza della clinica dove Eluana consuma la sua "non-vita" era rimasta, finora, chiusa per gli estranei. Allo stesso tempo ho fatto memoria della coscienza forte e consapevole di quando Eluana in vita e viva, raccontava con le sue parole, alla sua famiglia la condizione che non avrebbe mai voluto vedere – quella del suo amico sciatore – e mai l’avrebbe voluta subire.

E’ la volontà di Eluana che deve essere portata a conoscenza; una volontà che deve essere difesa da tutti. Credo che le violenze e crimini contro la persona continuino. Troppi sono gli anatemi scagliati contro la "persona" proprio da coloro che si ergono a difesa della "vita": fanatici di vario colore ed ideologia, uniti nel volerci impedire di essere liberi anche di decidere di essere liberati da una sofferenza insopportabile, o non voluta. Nel senso in cui intendevano Luca Coscioni, Piergiorgio Welby, Giovanni Nuvoli e la stessa Eluana.

Esistono persone che non vogliono pronunciarsi sulla loro morte, né scegliere in alcun modo, altre che non accetterebbero di vivere in coma vegetativo. Occorre prevedere e tutelare tutte e due le opzioni. Basta con i comportamenti rinunciatari ed omissivi della politica. E’ giunto il momento che il Parlamento affronti e dibatta la questione.