Il Consiglio d’Europa: “Gli stati garantiscano l’aborto legale e sicuro”.

Il Consiglio d’Europa 

Gran rilievo hanno dato i giornali di ieri alla visita di Ratzinger negli Stati Uniti con i soliti titoli del tipo «Il Papa e Bush, impegno “in difesa per la vita”» (Corriere della Sera), «Ratzinger “l’americano” in piena sintonia con Bush» (Il Giornale),«Il Papa da Bush: “Dio benedica l’America. Accordo con Washington sulla lotta all’aborto e al terrorismo» (La Repubblica) e così via. Peccato che nessuno si sia accorto che il giorno prima l’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha votato una risoluzione che chiede che venga garantito il diritto all’aborto senza rischio e legale in Europa.

L’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa è composta da parlamentari provenienti da 47 paesi europei in rappresentanza di 800 milioni di Europei. Dopo un dibattito-maratona durato 4 ore, l’assemblea ha approvato la risoluzione con 102 voti favorevoli contro 69. Il rapporto, redatto dalla Commissione sulle Pari Opportunità per le donne e gli uomini del Consiglio d’Europa e presentato dalla parlamentare socialista Gisela Wurm, ha evidenziato che sebbene la maggior parte dei paesi europei consenta l’aborto in caso di pericolo di vita della madre, in diversi paesi, quali Andorra, l’Irlanda, Malta, Monaco e la Polonia l’aborto è illegale o severamente limitato.

La risoluzione sottolinea che in “nessun caso l’aborto deve essere considerato un metodo di pianificazione familiare” ma mette in guardia sulle conseguenze dell’illegalità che comporta aborti clandestini più traumatici e pericolosi e il cosiddetto “turismo” abortivo.

Infatti il rapporto evidenzia l'” offerta di aborto ” addirittura pubblicata sui giornali. La stima del numero di aborti clandestini in Polonia viene riportata, nel rapporto, a 180.000 ogni anno.

La risoluzione denuncia però anche quella che viene chiamata la “inaccessibilità de facto” nei paesi membri dove pure l’aborto è legale, per i numerosi vincoli imposti che di fatto restringono l’accesso ad un aborto senza rischi: l’assenza dei medici che accettino di praticare l’aborto (per le clausole di obiezione di coscienza); l’assenza di strutture di cura; le consulenze mediche obbligatorie ripetute; i lunghi tempi di riflessione e d’attesa.

L’obbligo del couselling è generalmente controproducente e di fatto non riduce – come segnalato nella audizione in Commissione da C.Fiala, presidente della Fiapac (Federazione Internazionale di Aborto e Contraccezione) il numero delle gravidanze non desiderate e degli aborti. Di fatto non fa che ritardare l’epoca della gravidanza in cui avviene l’interruzione, con le conseguenze fisiche e psichiche che ciò comporta per la madre in termini

“La risoluzione va in controtendenza rispetto al clima determinatosi in Italia di criminalizzazione dei ‘medici abortisti’ e delle donne che fanno richiesta di interruzione di gravidanza proprio perché denuncia l’eccesso di vincoli e restrizioni che caratterizzano le legislazioni più avanzate in Europa in materia d’aborto” ha dichiarato il bioeticista della ‘Consulta di Bioetica’, Sergio Bartolommei.

La socialista Wurm è chiara e netta: non solo l’aborto non deve esser vietato ma laddove è legale vanno garantite alla donna, cui spetta l’ultima decisione, le condizioni ottimali per l’accesso senza rischi essendo un suo diritto inalienabile.

Il rapporto comunque evidenzia che “il mezzo migliore per evitare l’aborto è evitare le gravidanze indesiderate dando ai giovani adulti a cominciare dalla scuola una educazione sessuale e i mezzi di contraccezione accessibili e ad un costo ragionevole”. Un accesso più facile ai mezzi contraccettivi d’urgenza (come la pillola del giorno dopo) ad un prezzo abbordabile e togliendo le restrizioni alla loro vendita, contribuirà di molto ad evitare il ricorso all’aborto”.

L’altro aspetto significativo è che la Commissione ha ritenuto irrilevante, da un punto di vista morale, la tecnica utilizzata per l’interruzione di gravidanza. Insomma, la socialista Wurm restituisce alla donna il suo giusto posto e ruolo di essere umano autonomo e libero nonché all’altezza di assumere le decisioni migliori per sé, senza dover sottostare ad alcun obbligo se non quello della sua coscienza. “Più la decisione della donna è rapida, più potrà essere proposto alle donne – conclude il rapporto della socialista Wurm – l’aborto farmacologico con la RU 486 che evita i rischi inerenti ad ogni intervento chirurgico”.