Eutanasia: Con Welby e grazie al Presidente, per abbattere un tabù!

Dichiarazione di Maurizio Bolognetti, Consigliere Associazione Coscioni e Coordinatore regionale RNP

Non si può certo restare insensibili di fronte alla lotta politica del copresidente dell’Associazione Coscioni, Piergiorgio Welby. Non si può non prendere parte, non essere parte di un dibattito non più rinviabile sul tema dell’eutanasia e della “morte opportuna”, come la definisce Piergiorgio.

“Scrivo a Lei, e attraverso Lei mi rivolgo anche a quei cittadini che avranno la possibilità di ascoltare queste mie parole, questo mio grido, che non è di disperazione, ma carico di speranza umana e civile per questo nostro Paese.” Così inizia la straordinaria lettera che Welby ha rivolto al capo dello Stato, e noi davvero non leggiamo disperazione, ma speranza. E la speranza umana e civile di Piergiorgio Welby fa vivere la nostra speranza che, un giorno non lontano, in questo nostro Paese, se capitasse a noi di dover vivere una vita “che non è più vita ma solo un testardo e insensato accanimento nel mantenere attive delle funzioni biologiche…”, ci sia data la possibilità di scegliere una “morte opportuna”. La lotta di Welby per la legalizzazione dell’eutanasia è la nostra lotta; la lotta di chi crede che non è umano incatenare un uomo ad un inferno terreno, sequestrandone il corpo. “Dal corpo dei malati, al cuore della politica”, questo, come ricordatoci da Marco Pannella, era il messaggio dell’ ultimo congresso dell’ Associazione Luca Coscioni, e questa è la lotta politica di Piergiorgio Welby, la nostra lotta. E Welby, come lui stesso afferma, parla attraverso il suo corpo malato di politica e di obiettivi da affidare al libero dibattito parlamentare, ed è lo stesso Welby che chiede al Presidente Napolitano di difendere il diritto dei cittadini italiani a “conoscere le proposte, le ragioni, le storie, le volontà e le vite… investite da questo confronto.” Del resto, senza conoscenza un dibattito non può vivere e non vive certo la democrazia. C’è da augurarsi davvero che non assisteremo al sequestro del diritto a conoscere per poter deliberare. Sarebbe, questo sì, uccidere speranza, negare vita, uccidere un’ identità e un pensiero.

Noi intanto ripetiamo con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano:“il solo atteggiamento ingiustificabile sarebbe il silenzio, la sospensione o l’elusione di ogni responsabile chiarimento.”