Processo Vesce: In tribunale per non archivare le sue sofferenze, in parlamento per approvazione testamento biologico

Ancora una volta Emilio Vesce vittima del sistema giudiziario. Il 21 dicembre presso il tribunale di Padova la famiglia di Emilio si opporrà alla richiesta, formulata da parte del PM Orietta Canova, di archiviazione dell’inchiesta avviata a seguito della denuncia presentata dalla famiglia Vesce per lesioni volontarie e violenza privata.
Colpito da infarto l’8 novembre 2000 Emilio Vesce, ex deputato radicale e assessore regionale in Veneto, venne trasportato in ospedale con una diagnosi di “coma post anossico”, completamente decerebrato: stato vegetativo persistente.

Per sei mesi venne mantenuto in “vita” sottoponendolo a tracheotomia e gastrostomia pur sapendo che non c’era nessuna possibilità di ripresa.
Nonostante Emilio avesse manifestato la volontà di non essere sottoposto a cure inutili nel caso si fosse venuto a trovare nella tragica condizione del novembre 2000 i suoi cari hanno dovuto assistere impotenti a questo accanimento terapeutico che faceva scempio del corpo e del pensiero della persona da loro amata.
Pur senza aver sentito alcuna testimonianza della famiglia ora la procura vuole archiviare l’inchiesta perché a detta del PM “la vita è un bene indisponibile”, nessuna legge del nostro paese riconosce il diritto a morire di cui Emilio si sentiva portatore. Nessuno spazio quindi per l’interpretazione del dettato costituzionale del diritto alla salute che comporta anche il diritto alla qualità della vita.
Ancora una volta appare in tutta la sua drammaticità l’urgenza di un’azione politica forte per l’approvazione di una legge che garantisca subito almeno il testamento biologico che possa assicurare il diritto al rispetto della propria volontà, a non sottoporsi ad inutile cure in grado di aumentare solo le sofferenze del paziente e dei suoi cari. Per Emilio, Gabriella, Emiliano e Aureliano per il riconoscimento delle violenze da loro subite e per i tanti, troppi, che si si sono trovati e si trovano nelle stesse condizioni l’Associazione Luca Coscioni assieme a tutta la Rosa Nel Pugno rilancia da Padova la battaglia per il riconoscimento della libertà di cura e di terapia, a partire dall’immediata approvazione del progetto di legge sulle direttive anticipate di trattamento (cosiddetto testamento biologico).

Marco Cappato Segretario Associazione Luca Coscioni
Franco Fois Segretario Associazione VenetoRadicale
Giovanni Crema Senatore Rosa Nel Pugno