Mentre la Regione affossa “Liberi Subito”, la sanità lombarda dà il via a una persona malata, in assenza di regole

Registro Peba Lombardia

Filomena Gallo e Marco Cappato spiegano perché la pregiudiziale sollevata dal Consiglio regionale è illegittima

In Lombardia una persona malata dopo ben 6 mesi dalla richiesta di verifica delle condizioni ha ottenuto conferma di possedere le condizioni previste dalla sentenza Cappato, ora si sta procedendo con l’individuazione del farmaco e con le modalità di autosomministrazione. Non esistono però ancora regole che garantiscano tempi certi di risposta per la conclusione delle verifiche su condizioni e modalità per procedere.

Il Consiglio regionale potrebbe rimediare tra pochi giorni approvando la proposta di legge popolare “Liberi Subito”. Stando alle dichiarazioni, invece, buona parte della maggioranza si prepara a affossare la legge senza neanche discuterla nel merito, sollevando una pretestuosa e infondata pregiudiziale di costituzionalità su una materia che è piena competenza della Sanità regionale, come questa ulteriore richiesta ad una azienda sanitaria lo dimostra.

Secondo i legali dell’ Associazione Luca Coscioni l’uso della pregiudiziale in questo caso sarebbe inoltre illegittimo, per tre ragioni:

Violazione delle regole sull’iniziativa popolare

Lo Statuto regionale stabilisce che l’Ufficio di Presidenza è l’unico organo competente a verificare l’ammissibilità delle proposte di legge popolari. Questo controllo è già stato effettuato a febbraio, con esito positivo. Cambiare ora questa valutazione senza una nuova analisi completa e motivata significa violare le regole previste dalla legge e dallo Statuto.

Conflitto tra regolamento e fonti superiori

Lo Statuto regionale e le leggi regionali che disciplinano l’iniziativa popolare hanno un valore superiore rispetto al regolamento interno del Consiglio. Consentire al Consiglio di bocciare una proposta già ammessa significherebbe ignorare la gerarchia delle norme, creando un pericoloso precedente che potrebbe compromettere i diritti di partecipazione dei cittadini.

Principio del legittimo affidamento

Gli oltre 8.000 firmatari lombardi e i promotori della legge hanno diritto a un processo trasparente. La Regione, avendo già approvato la proposta nella fase iniziale, non può ora contraddirsi senza violare la fiducia e le legittime aspettative di chi ha sostenuto l’iniziativa.

 ➡ Dichiarazione di Filomena Gallo e Marco Cappato

Il suicidio assistito in Italia è già possibile grazie alla sentenza della Corte Costituzionale 242/2019, ma la mancanza di regole chiare e tempi certi continua a costringere le persone a combattere per anni.

Il caso della giornalista Laura Santi ne è un esempio: due anni di battaglie legali per ottenere il diritto a scegliere la propria morte volontaria. Ora, la Lombardia ha risposto a  una nuova richiesta di suicidio assistito, ma alcuni consiglieri regionali parlano di ‘incompetenza regionale’. La competenza regionale nell’ organizzare erogazione di servizi e prestazioni c’è tutta.

L’ex Ministro della Salute Roberto Speranza, durante il suo mandato due anni fa precisava a tutti i Presidenti delle Regioni che le strutture del servizio sanitario nazionale sono chiamate a dare attuazione in tutti i suoi punti alla richiamata sentenza della Consulta aggiungendo che è da garantire che siano a carico del Servizio Sanitario Nazionale le spese mediche necessarie per consentire il ricorso al suicidio medicalmente assistito ai pazienti che ne facciano richiesta.

Il Presidente Attilio Fontana non ha mai invocato incompetenza regionale. La proposta di legge ‘Liberi Subito’ vuole solo definire regole certe per ciò che già avviene, ma la politica regionale sta tentando di evitarne il dibattito. Non possiamo permettere che il diritto di scegliere venga ancora ostacolato.

Approfondimento: Sintesi giuridica sulla questione pregiudiziale di legittimità costituzionale in Regione Lombardia