La cocaina rosa è l’ultima moda dell’allarme proibizionista

Tusi

La morte del cantante Liam Payne il 16 ottobre scorso, caduto dal balcone del terzo piano di un albergo di Buenos Aires, sarebbe da imputare a ferite multiple ed emorragie interne ed esterne causate dal volo di diversi metri verso il cortile interno dell’hotel.

Le prime indagini della polizia argentina suggerirebbero che il musicista fosse solo e stesse vivendo un “crollo” dovuto al consumo di sostanze che non sono ancora state completamente determinate. Gli inquirenti hanno infatti trovato vari tipi di prodotti leciti e illeciti nella sua stanza d’albergo, oltre a diversi oggetti e mobili distrutti. Tra le sostanze che Payne avrebbe assunto ci sarebbe anche la cocaina rosa. Sebbene i risultati definitivi dell’esame tossicologico saranno resi pubblici tra qualche settimana è partito l’allarme della mortifera “Tusi”.

Tusi (scritto anche tussi, tuci o tucibi) è una sostanza psicoattiva, usata in modo non medico, che contiene una miscela di diverse molecole stupefacenti più comunemente presenti in una polvere colorata artificialmente di rosa nota, appunto, come cocaina rosa. Si ritiene che la Tusi sia nata in America Latina intorno al 2018 e sarebbe una miscela di ketamina, MDMA, cocaina, metanfetamina, caffeina, oppioidi e altre nuove sostanze psicoattive. La letteratura esistente suggerisce che non vi sia un dosaggio standard dei farmaci costituenti il/la Tusi.

Sebbene il nome “tusi” nella sua pronuncia in inglese sia foneticamente simile a “2C”, essa non è la stessa sostanza psicoattiva di 2C-B o, più in generale, della famiglia 2C. Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine, nella maggior parte dei casi Tuci non contiene 2C-B a partire dal 2022.

Il 2C-B (4-bromo-2,5-dimetossifenetilammina), noto anche come Nexus, è una sostanza psichedelica sintetica della famiglia 2C, utilizzata principalmente come droga “ricreativa”. Fu sintetizzata per la prima volta da Alexander Shulgin (il biochimino “padre” dell’MDMA) nel 1974 guadagnandosi una reputazione iniziale di potenziale uso psicoterapeutico – salvo poi entrare in canali di consumo senza supervisione medica. Ad oggi ci sono informazioni scientifiche limitate riguardo alla farmacocinetica del farmaco e agli effetti farmacologici sugli esseri umani. Gli studi esistenti classificano principalmente 2C-B come stimolante e allucinogeno e, meno comunemente, come entactogeno ed empatogeno. Ma come detto non c’è relazione con Tusi.

La morte di una persona nota avvenuta “alla fine del mondo”, come disse Jorge Bergoglio la notte della sua elezione a Papa, ha fatto immediatamente scattare l’allarme in Italia. Senza che se ne fosse mai parlato, dalla mattina alla sera ci siamo ritrovati a vivere in città, a partire dalla Capitale, invase dalla cocaina rosa e, soprattutto nei titoli, ci è resi conto che “i nostri ragazzi” ne sono le prime vittime (titoli spesso smentiti dal contenuto degli articoli dove si riporta un uso prevalente tra persone alle soglie della pensione).

Come se non bastasse il clamore per l’arrivo di una nuova droga, senza che naturalmente passi per l’anticamera del cervello a nessuna penna di mettere in dubbio l’efficacia dell’attuale archittetura di leggi e politiche basata sulla “tolleranza zero”, ci si scandalizza a reti unificate della novità per cui la polvere rosa viene recapitata direttamente là dove si organizzano feste in casa e che l’acquisto avviene via social! 

Conoscendo il modus legiferandi di questo Governo c’è da aspettarsi una tabellazione del nuovo prodotto, anche se è frutto di miscele di altre molecole già tabellate e comunque con percentuali di composizione del prodotto finale, basata sulla morte di qulcuno dall’altra parte del mondo o sul colore che “guarda a un pubblico femminile”. Stiamo vedendo di tutto quindi perché no…

Certo è che trattandosi della morte di un beniamino dei più giovani, o almeno degli ex-giovani, la notizia dell’esistenza della cocaina rosa girerà maggiormente in certi ambienti e quindi partirà la solfa della prevenzione con focus su famiglia e scuola. 

A parte la solita retorica tra il paternalistico e lo pseudo-pedagogico, i problemi restano gli stessi: imputare la morte direttamente a una sostanza prima ancora che si abbiano le prove che ne sia stata in effetti (con)causa, incitare un ancor più mirato lavoro delle forze dell’ordine nei confronti degli adolescenti, cianciare di campagne di prevenzione di qualcosa che, se discusso pubblicamente, corre il rischio di attenzionamento delle autorità perché illecito, prevedere programmi di disintossicazione che, tra le altre cose, come pare esser stato proposto recentemente, la dazione di danaro per invitare a riprendere la retta via.

Sempre che nel frattempo non vengano pubblicate le chat di qualche corrente di maggioranza… allora sì che le cose potrebbero cambiare in maniera strutturale…